Un 65enne dipendente di Autovie Venete con altri venti colleghi aspetta ancora di essere risarcito per l’incendio successo a Ronchis nell’agosto 2018. Anche il...
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LA VICENDA
Non hanno ancora visto un centesimo dalla società per la quale lavorano i 21 dipendenti di Autovie Venete che il 23 agosto 2018 si sono ritrovati con l’auto e altri beni distrutti da un incendio divampato - per fortuna durante la pausa pranzo - a Ronchis (Udine), nei pressi di via Beccia e del vecchio casello della A4 di Latisana, nei container adibiti a uffici e “campo base” dei cantieri per la realizzazione della terza corsia. E se per alcuni di loro il danno, già quantificato dai periti dell’assicurazione, ammonta ad alcune centinaia di euro, per altri si parla di alcune migliaia, come nel caso di un sessantacinquenne di Musile di Piave che si è affidato a Studio3A e che attende ben 7.500 euro, non proprio una sommetta. Le fiamme, originatesi con ogni probabilità a causa di un corto circuito, fortunatamente non hanno causato feriti, ma i danni materiali sono stati rilevanti.
L’impiegato, in particolare, ha perduto alcuni oggetti e strumenti di lavoro, andati completamente distrutti all’interno dei container - un tablet, un paio di occhiali da vista e un orologio -, ma, soprattutto, è stata coinvolta nell’incendio anche la sua Lexus, che era parcheggiata nel piazzale antistante gli uffici, così come un’altra decina di vetture, e che pure è stata irrimediabilmente danneggiata con altri oggetti che c'erano dentro.
Il sessantacinquenne ha sporto subito denuncia presso la stazione dei carabinieri di San Donà di Piave e seguito le indicazioni ricevute da Tiliaventum, l’impresa di Pozzuolo del Friuli contraente generale dei lavori per la terza corsia, che ha aperto due sinistri (uno per i veicoli e uno per gli altri oggetti) con le proprie compagnie assicurative per gli eventi in questione fornendo i nominativi dei periti assicurativi a cui fare riferimento. Il dipendente ha anche prodotto una propria perizia, affidata a un esperto, del danno, indicando per la vettura il valore di mercato al momento dell’incendio, i costi radiazione e smaltimento, il passaggio di proprietà per un nuovo veicolo, eccetera: ripararla era del tutto anti-economico. E ha inviato tutti i documenti richiesti, ma senza risultato. A quel punto il danneggiato, per essere assistito nell’iter risarcitorio che si stava rivelando molto più complesso del previsto e del dovuto, attraverso l’area manager Riccardo Vizzidi di Studio3A, società specializzata, e dopo mesi di “pressing” si è arrivati da parte delle compagnie di assicurazione alla definitiva quantificazione del danno, per l’appunto 7.500 euro: in totale ai dipendenti, per dare un’idea della devastazione prodotta dalle fiamme, devono essere risarciti tra auto e oggetti di circa 50mila euro a cui andranno aggiunti quelli che riceverà dalla sue assicurazioni Tiliaventum e quelli che spettano all’azienda che ha noleggiato le strutture prefabbricate. Per un ammontare complessivo di oltre 410mila euro. Il tutto sancito nero su bianco con nota del 14 febbraio 2020.
Nell’accordo era previsto che fosse Autovie Venete a dover poi liquidare a ciascuno dei propri dipendenti la somma stabilita ricevuta dalle assicurazioni, ma ormai da mesi ogni sollecito che Studio3A presenta alla società autostradale cade nel vuoto; una condotta incomprensibile, e peraltro del tutto insensibile nei confronti dei propri stessi lavoratori che, a causa dell’accaduto di cui non hanno colpa alcuna, oltre a i tanti disagi hanno anche dovuto sopportare sacrifici economici non di poco conto: il 65enne nel frattempo è stato costretto ad acquistare a sue spese, anche per recarsi al lavoro, un’altra vettura.
Il Gazzettino