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LONGARONE - Notte insonne a Fortogna, in Comune di Longarone. Perché le fiamme dell'incendio divampato nella mattinata di ieri a monte dell'abitato hanno continuato a bruciare per tutta la notte. Enel, Terna, Vigili Del Fuoco, Rfi e molte persone del posto sono rimaste alzate a monitorare la situazione. E ieri sera, per il fumo che ha invaso l'area è anche saltato il turno serale alla Marcolin. Alcune famiglie, inoltre sono state preallertate. In caso di necessità dovranno lasciare casa. Alle 19 è stata chiusa anche la ferrovia. Il sindaco Roberto Padrin ha perlustrato il paese, passando in qualche zona casa per casa per sincerarsi della situazione e del grado di pericolosità. Erano da poco passate le 9 di ieri mattina, quando l'assessore regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin ha comunicato che, oltre all'incendio che stava divampando a monte della strada regionale 251 fra Longarone e Zoldo, ne era stato segnalato un secondo, in quota, sopra la frazione di Fortogna, in zona Becola, sempre in Comune di Longarone.
Una giornata lunga anche per il sindaco di Longarone Roberto Padrin: quella di martedì per il primo cittadino si era conclusa con l'allarme per l'incendio di Soffranco; ieri si è aperta con il secondo allarme. E per tutto il giorno è rimasto in costante contatto anche con i Vigili del Fuoco e tutto il personale impegnato sul posto, sia a Fortogna sia a Soffranco.
IL NUOVO ALLARME
Dopo l'allarme scattato al mattino, immediatamente un elicottero si è alzato in volo per perlustrare la zona e purtroppo confermare l'esistenza di questo secondo focolaio. Cinque, per tutta la giornata, i mezzi in azione che hanno cercato di domare le fiamme dei due incendi: tre gli elicotteri che riempivano le ceste d'acqua dalla vasca installata dalla Protezione Civile a Soverzene, e due Canadair il primo della Regione, un secondo della Protezione Civile - che hanno fatto altrettanto ma pescando l'acqua dal lago di Santa Croce. «Problemi a rifornirsi dal lago per la siccità di questo periodo? No spiega l'assessore Bottacin . Le operazioni si svolgono facilmente». Poi circa la velocità e la facilità del propagarsi di incendi in questo periodo, aggiunge: «è chiaro che se abbiamo vietato alcune attività perché sino pericolose, il rischio di incendi esiste». L'assessore, tuttavia, non sposa l'ipotesi avanzata dai due sindaci di Longarone e Val di Zoldo circa la natura dolosa del primo focolaio: «Le statistiche ci dicono che il 50% degli incendi è di origine colposa ed il 30% dolosa. Ma ad evento ancora in corso non è possibile formulare ipotesi». Nemmeno in zona Becola, come sopra Soffranco, non vi è niente che possa aver innescato l'incendio. Ed in questo momento le ipotesi sono tutte da vagliare.
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Il Gazzettino