Allarme dei vigili del fuoco, gli incendi sono raddoppiati

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PADOVA - Con il caldo e la siccità, nel Padovano è allarme rosso sul fronte degli incendi. Lo dicono i numeri della banca dati dei Vigili del Fuoco, che denotano un boom di roghi scoppiati tra la vegetazione e le zone boschive con l'arrivo della bella stagione. Da gennaio a luglio sono stati segnalati già 266 incendi tra sterpaglie, alberi, arbusti, fieno e piantagioni. Nello stesso periodo del 2021 se ne contavano appena 145. Significa che - a causa del clima, della crisi idrica e della mano dell'uomo - gli incendi di vegetazione attualmente sono l'83,4% in più rispetto l'anno precedente. Quasi sempre siamo davanti a cause legate a disattenzioni: sterpaglie bruciate avventatamente oppure mozziconi abbandonati ma ancora accesi.

Crescita esponenziale

Il verde brucia nelle campagne, nelle zone rurali, nei campi ma soprattutto nei colli. Massimo l'impegno dei pompieri del comando provinciale di Padova e dei distaccamenti di Borgoricco, Piove di Sacco, Cittadella e Este che ad oggi, nel corso del 2022, hanno garantito 3.363 interventi di vario genere su tutto il territorio padovano. Nel 2021 su 5.912 interventi, 248 hanno riguardato incendi di vegetazione. Nel 2020 erano 189 su 5.173 mentre nel 2019 sono stati 90 su 5.755. La crescita negli ultimi anni, dunque, è stata esponenziale. L'ultimo caso risale alla scorsa settimana. Un sottobosco ridotto ad una fitta coltre di sterpaglie e piante secche ha fatto da terreno di coltura di un pericoloso focolaio sulle pendici del monte Peraro, fra Cinto e Galzignano. A finire in cenere sono stati circa 4 mila metri quadri di vegetazione (ceduo di castagno) nella zona a ridosso di via Roverello, ad appena 200 metri di distanza in linea d'aria dalla trattoria Dalla Teresa. A pochi giorni di distanza, ad Arre, nel cuore della notte la campagna è stata illuminata a giorno da un incendio. Nessun ferito, ma danni importanti. Un rogo di vaste proporzioni infatti si è propagato la notte scorsa a partire dalle 2 nei campi. Il fuoco, ben visibile a chilometri di distanza ha interessato un campo agricolo in via del Cristo, sono state completamente distrutte quindici rotoballe di fieno.

Il caso di Rocca Pendice

Tra metà giugno e l'inizio di luglio non c'è stata pace per il monte Rocca Pendice. Il 18 giugno, infatti, è divampato un nuovo incendio di origine dolosa sui Colli. Già nel 2020 per settimane quella porzione di montagna bruciò a causa dell'uomo. All'iniziale intervento dei vigili del fuoco sono subentrati i mezzi di volo della Protezione civile che hanno scaricato l'acqua nei crepacci fra le rocce. Ma l'emergenza è poi proseguita anche nei giorni successivi. Un piccolo rogo si è sviluppato in uno degli anfratti che sovrastano il percorso dei climbers. Lo spegnimento però non è stato sufficiente, perché si è ripresentato per l'ennesima volta l'effetto stufa. Il temporale e le raffiche di vento che hanno imperversato in quei giorni hanno dato ulteriore alimento al focolaio nascosto nelle zone più impervie della roccia. Per risolvere la situazione è stato messo in atto un complesso intervento di prevenzione, ma anche ora l'allerta resta comunque alta. Per contenere i rischi, la Protezione civile del Veneto ha dichiarato lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi nei territori della provincia di Padova, oltre che a Rovigo, Verona e Vicenza, vietando tutte le operazioni che possono creare pregiudizio alle aree dove esista vegetazione. E' vietata l'accensione di fuochi di ogni genere nei pressi dei boschi e sui terreni coltivati.

 

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Il Gazzettino