Val di Zoldo, almeno una settimana per riaprire la strada: «Prima 600 metri di barriere»

Uno degli incendi che hanno colpito il bellunese nei giorni scorsi
VAL DI ZOLDO Nella migliore delle ipotesi la strada provinciale 251 che collega la Val di Zoldo con Longarone e che è chiusa per l’incendio scoppiato martedì...

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VAL DI ZOLDO Nella migliore delle ipotesi la strada provinciale 251 che collega la Val di Zoldo con Longarone e che è chiusa per l’incendio scoppiato martedì sera, 22 marzo, aprirà lunedì 3 aprile. Ma si tratta, appunto, dell’ipotesi migliore e il fatto che nel pomeriggio di ieri le fiamme abbiano ripreso a divorare la montagna sopra Mezzocanale, rischia già di allungare ancora i tempi. A scandire i tempi è Silvano Vernizzi (Amministratore delegato Veneto Strade) che alle 16 di ieri spiegava: «Dal momento in cui le fiamme saranno domate, noi in una settimana realizzeremo una barriera paraschegge lunga 600 metri, poco sopra la strada, perché il materiale che cade è costituito da sassi piccoli. A qual punto sarà possibile riaprire».

INCUBO SENZA FINE
Ma subito dopo, ancor prima delle 16,30, dalla Val di Zoldo sono arrivate le foto del fumo che aveva ripreso ad alzarsi sopra Mezzocanale, la località che si trova più o meno a metà fra Forno e Longarone. Fino a poco prima anche il sindaco Camillo De Pellegrin si mostrava fiducioso: «Elicotteri e Canadair continuano a volare e a scaricare acqua nei punti ancora attivi, ma adesso si tratta di piccoli focolai che vanno sedati. La situazione è nettamente migliorata rispetto a venerdì e sabato». Speranze andate in fumo in meno di un’ora: «L’incendio è ripartito a Mezzocanale» l’aggiornamento arrivato dal primo cittadino. L’altro motivo di speranza viene riposto nel fatto che corrispondano al vero le previsioni secondo cui da mercoledì a venerdì sono previste piogge: «Se così fosse ed esse, come sembra, fossero anche abbastanza intense, allora l’incendio potrebbe essere spento definitivamente» osservava De Pellegrin. Questo, quindi, il cronoprogramma della migliore delle ipotesi. 

IL PIANO
Dal giorno dopo lo spegnimento dell’incendio entreranno un funzione gli uomini di Veneto Strade: i geologi, con l’uso di droni e se necessario anche di un elicottero, saliranno sulla montagna e la perlustreranno per capire quale sia la situazione del terreno ed in particolare quante siano le rocce che vanno disgaggiate. Poi, mosso il materiale che deve essere fatto rotolare a valle, sarà possibile dare il via alle operazioni per l’installazione dei paraschegge. «Non potremmo lavorare solo se le piogge fossero così violente da impedirci di operare - spiega Vernizzi - ma di fronte a precipitazioni normali, saremo comunque attivi». Ieri la gente di Zoldo è rimasta per lo più in valle e da essa sono entrate ed uscite le persone che non potevano rinviare impegni ed appuntamenti.

LA VALLE DESERTA


Chi ha percorso il passo Duran al mattino riferisce di non aver incontrato nessuno: «Sono partito da Belluno poco dopo le 9 – dice un automobilista – e superato il paese di La Valle neppure un’auto prima di arrivare a Goima». Anche in valle il movimento ieri era limitato, con bar e locali che hanno potuto contare solo su clienti valligiani, mentre, di norma, una domenica di sole come quella di ieri avrebbe portato ai piedi del Pelmo e del Civetta moltissimi turisti. Oggi intanto per gli zoldani che lavorano e studiano fuori valle ricomincia l’odissea dei viaggi lungo i passi. Per chi deve recarsi a Belluno, la scelta del passo Duran comporta una quindicina di chilometri in più; ma il tempo di percorrenza è quasi il doppio. Tuttavia anche in questo caso si tratta della migliore delle ipotesi, cioè con strada libera. Fatta eccezione per ieri, in questi giorni invece non è così. Ed il passo Duran non è esattamente una strada dove sia possibile superare con facilità. In alcuni casi è uno stretto budello che precipita o s’inerpica senza lasciare spazio a fantasie da pilota. Inoltre nella parte zoldana ai lati della strada c’è ancora molta neve. Ed è proprio per le oggettive condizioni di difficoltà che Dolomitibus non può pensare di affrontare questa strada con i propri mezzi. Per cui anche oggi gli studenti che vorranno essere presenti in classe dovranno farsi trovare a Forno alle 5,35, arrivo a Belluno alle 7,30. Rientro in valle dieci ore più tardi, alle 15,15.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino