Imprese familiari, ripresa sprint. Il Veneto spicca per leader donne

Francesco Iannella, Unicredit
VENEZIA - Le imprese familiari del Nordest hanno superato bene la pandemia e in media hanno segnato risultati migliori della media del sistema. Lo rileva uno studio presentato...

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VENEZIA - Le imprese familiari del Nordest hanno superato bene la pandemia e in media hanno segnato risultati migliori della media del sistema. Lo rileva uno studio presentato ieri.


«I dati dell'Osservatorio Aidaf-UniCredit-Bocconi ci dicono che in Veneto le imprese familiari godono di buona salute, facendo registrare performance rilevanti in termini di fatturato e redditività. Qui infatti il tasso di crescita dei ricavi 2021 delle aziende familiari è stato superiore alla media nazionale, attestandosi a 21,1%, e anche il Roi (ritorno degli investimenti) ha superato questa soglia, tanto da far risultare il Veneto la terza regione d'Italia per risultato ottenuto - dichiara Francesco Iannella, regional manager Nordest di UniCredit -. La presenza di aziende familiari con leader donna, che in Veneto è al 27%, seconda regione d'Italia. Un risultato sicuramente ancora migliorabile ma che attesta l'attenzione dei nostri imprenditori alla parità di genere, uno dei pilastri su cui si deve poggiare lo sviluppo sostenibile di questo territorio». Il Friuli Venezia Giulia è poco più indietro col 21% di imprese con al vertice una donna e sempre sopra la media nazionale con tasso di crescita dei ricavi del 20,3% e un Roi al 9,3%, meglio di Lombardia e Trentino Alto Adige.
In generale le imprese italiane familiari godono di buona salute e dopo la pandemia hanno compiuto un rimbalzo considerevole: il fatturato è cresciuto nel 2021 di oltre il 20% sul 2020, mentre il Roe (la reddittività del capitale proprio) ha più che recuperato i livelli del 2019 raggiungendo in Friuli Venezia Giulia il 14,5% e in Veneto il 13,5%. Il fatturato delle imprese non familiari è cresciuto, nello stesso anno, del 17,5% e il Roe si è attestato all'8,5%. Questa ripresa si è anche tradotta in un aumento dell'occupazione, cresciuta del 3,8% rispetto a prima della pandemia (del 2,3% nelle imprese non familiari). Rimane però molto bassa la percentuale di aziende familiari con leader sotto i 40 anni: il 3% in Friuli V.G. e il 2% in Veneto.
Il 26,4% delle aziende familiari italiane sopra i 20 milioni di fatturato e non rette da un amministratore unico ha almeno un consigliere sotto i 40 anni, con variazioni contenute per settore e regione di appartenenza. Nel 2010 erano il 46,6%, ma occorre tenere conto del progressivo invecchiamento della popolazione italiana. Nel 37,6% delle aziende sono presenti più del 33% di donne (erano il 34,4% nel 2010) mentre nel 60,1% delle aziende c'è almeno un componente non familiare (erano il 54,3% nel 2010). Nel 91,9% delle aziende sono presenti meno di 2 consiglieri con più di 75 anni di età.


CONFRONTO EUROPEO


Il rapporto Aub contiene anche un approfondimento sul confronto con altri Paesi vicini. Per la prima volta infatti sono stati analizzati i primi 1.000 gruppi familiari in Italia, Germania, Francia e Spagna. Se da una parte un quarto delle imprese italiane ha più di un consigliere di amministrazione oltre i 75 anni (una su 10 in Francia e quasi zero in Germania), più del 30% di esse ha almeno un terzo di consiglieri donne, peggio della Francia (41%), ma molto meglio della Germania (15,7%). Secondo il professore dell'università Bocconi Guido Corbetta, «se guardiamo alle dimensioni, possiamo dire che il sistema delle imprese familiari italiane è ormai molto simile al sistema francese: in entrambi i Paesi circa l'80% delle prime 1000 aziende è sotto i 500 milioni di fatturato. La Germania è ancora distante perché solo la metà è sotto questa soglia, mentre in Spagna sono in media ancora più piccoli che in Italia».
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Il Gazzettino