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VENEZIA - Salgono le assunzioni, ma mancano le specializzazioni. Il 2023 sta già segnando incrementi rispetto all’anno passato e buone notizie riguardano principalmente coloro che hanno meno di trent’anni di età. È quanto emerge dal Bollettino Excelsior (Unioncamere) che spiega come nella provincia di Venezia sono programmate 8850 assunzioni (43.500 quelle in regione) nel mese di marzo, ma che solo il 19 per cento riguarderà contratti a tempo indeterminato.
I DATI
Le aziende si orienteranno prevalentemente su contratti a termine e nella maggior parte dei casi nei settori di servizi (6810) e industria (2040). Le buone notizie riguardano i giovani, visto che nelle previsioni rappresentano il 31 per cento delle entrate nel mondo del lavoro per gli under 30 (circa3mila lavoratori). Mentre la quota di immigrati è del 21 per cento. Forte accento sul tema lo esprime il presidente della Camera di commercio di Venezia e Rovigo Massimo Zanon, che chiarisce: «Continueremo a sostenere la transizione dei giovani dal mondo scolastico al mondo lavorativo, attraverso il nostro Servizio orientamento al lavoro.
LE SPECIALIZZAZIONI
Continua però la preoccupazione per alcuni dati che riguardano le figure specializzate. Se negli ultimi anni, dalla pandemia in poi, c’è stata un’emorragia di personale di sala e del mondo della ristorazione/ricettività, oggi è proprio questo il settore che trainerà le assunzioni con 13.970 assunzioni previste nel trimestre marzo-maggio. Non mancano altre sorprese. Stando all’elaborazione fatta dalla Camera di commercio, oltre la metà delle imprese conferma di avere fatica nel trovare profili coerenti con le proprie esigenze. Ma non solo: «Per una quota pari al 66 per cento delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Le figure con più difficoltà di reperimento sono legate all’area aziendale tecnica e della progettazione (64,6 per cento di difficoltà di reperimento), all’area di produzione di beni ed erogazione del servizio (55,5 per cento) ed all’area della logistica (49,6 per cento)». C’è ancora strada da fare invece per colmare il gap tra il mondo dell’università e il lavoro. Le stime infatti parlano del solo 8 per cento delle assunzioni dedicato a personale laureato, seguito dal 32 per cento dedicato a personale con il diploma di scuola superiore ed il 19 per cento a personale con qualifica o diploma professionale. Il 40 per cento delle entrate, invece, riguarda personale senza alcun titolo di studio.
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Il Gazzettino