Belluno. L'allarme degli agricoltori: «Stiamo lavorando in perdita». All'imprenditore rimane solo il 10% del prezzo di vendita

(foto Pixaby)
BELLUNO - ​All’imprenditore agricolo resta in tasca solo il 10% del prezzo con cui un prodotto viene venduto sullo scaffale. Ma questo è ancora poco per capire...

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BELLUNO - ​All’imprenditore agricolo resta in tasca solo il 10% del prezzo con cui un prodotto viene venduto sullo scaffale. Ma questo è ancora poco per capire quale sia la situazione degli agricoltori bellunesi che – accusa Cia Belluno – lavorano in perdita. E perché sia chiaro quali siano i contorni in cui essi si muovono, pongono all’attenzione un caso per così dire paradigmatico: «Oggi produrre un litro di latte costa tra i 55 e i 60 centesimi; agli allevatori bellunesi, però, vengono riconosciuti appena 52 centesimi al litro». Ecco perché è legittimo dire che stanno lavorando in perdita. Nel corso dell’assemblea regionale di Cia Veneto tenutasi nei giorni scorsi al Crowne Plaza di Padova, in apertura del suo intervento il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini, ha detto: «Lungo la filiera si verificano rincari generalizzati difficili da intercettare. Il nostro è un grido di dolore che non può e non deve restare inascoltato».


PRATICHE SLEALI


Poi lo stesso presidente ha spostato l’attenzione sul decreto legislativo 198 dell’8 novembre 2021 circa le pratiche sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare: «È urgente una vera applicazione del decreto. Va istituita a livello nazionale la figura di un ente in grado di monitorare, ed eventualmente sanzionare, tutte quelle azioni che danneggiano il mercato agroalimentare; come, ad esempio, la vendita di un prodotto palesemente sottocosto». È proprio in questo contesto che Cia Veneto presenterà un pacchetto di proposte comprendente una legge nazionale che azzeri il consumo di suolo agricolo. Rio Levis, presidente di Cia Belluno, ha aggiunto: «Bisogna modificare la legge 157 del ‘92 sulla fauna selvatica. Serve passare dal concetto di protezione a quello di gestione». Infine, per la risorsa idrica, con le riserve nivali che a metà febbraio sulle Dolomiti hanno registrato punte fino a un -63% rispetto al medesimo periodo del 2023, «va attuato un piano nazionale straordinario per la costruzione dei grandi invasi». Necessario, inoltre, snellire la burocrazia relativamente ai contributi della Pac, incagliati dalla miriade di nuove regole introdotte dalla riforma. E, non da ultimo, «bisogna far rispettare le regole commerciali internazionali sui prodotti importati. Ora o mai più l’attuazione del Piano agricolo nazionale per l’agricoltura e l’alimentazione che abbiamo lanciato il 26 ottobre in occasione della grande manifestazione di Cia di Roma -ha concluso Levis-. Siamo tenuti a tenere il punto portando avanti le legittime richieste dei produttori». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino