«La mia vita distrutta dagli usurai» L'imprenditore: «Tassi dell'800%»

«La mia vita distrutta dagli usurai» L'imprenditore: «Tassi dell'800%»
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VENEZIA - «É umiliante, capisce?» Tra i tanti stati d'animo che si possono provare sotto il giogo dell'usura, questo è l'ultimo che ci si potrebbe aspettare. Perché quei soldi li devi a dei criminali che ti hanno spremuto fino all'osso, ti hanno costretto a smontare le tue ambizioni, ti hanno messo contro i tuoi dipendenti e poi, alla fine, ti hanno messo con le spalle al muro tanto da dover cedere l'azienda.  A parlare è l'imprenditore veneziano soffocato per quattro anni (dal 2012 al 2016) dagli strozzini - «un perito ha stimato che il tasso era quasi dell'800 per cento» -​ fino al momento della sua denuncia alla guardia di finanza.


L'ordinanza di custodia cautelare del gip di Vicenza ha portato all'arresto e alla custodia cautelare ai domiciliari per la sua usuraia, Lea Caminiti, 48enne di Loria (Treviso), e per il suo commercialista, Raffaello Gnioato, 66enne di Bassano del Grappa. La vittima è un cinquantenne che ora vive nel Padovano, ormai ex titolare di un'impresa di servizi alle aziende con una trentina di dipendenti. «Mi chiamavano 10, 15 volte al giorno. Sapevano che non era più come prima, che avevo perso l'azienda. Eppure queste bestie ne volevano ancora». Inizia tutto nel 2012. E, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non per far fronte a un momento di crisi. «Gli affari andavano a gonfie vele racconta - avevo un unico cliente che, però, mi aveva aumentato le commesse. Avevo bisogno di maggior credito dalle banche per investire e per poter soddisfare la mole di lavoro che dovevamo affrontare». Più facile a dirsi che a farsi, però. «Ho chiesto a 27 banche di farmi credito, hanno rifiutato tutte. Perché con un unico cliente non davo sufficienti garanzie». E così Gnioato, il suo consulente finanziario, gli aveva presentato quattro persone...
 
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Il Gazzettino