Alberto Filippi. Chi è l'imprenditore accusato di essere il mandante: espulso dal Carroccio e approdato a Fratelli d'Italia

Alberto Filippi
MESTRE - Spavaldo, esibizionista, sopra le righe. Chi lo ha conosciuto negli ambienti della politica, descrive così Alberto Filippi, il cinquantasettenne imprenditore...

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MESTRE - Spavaldo, esibizionista, sopra le righe. Chi lo ha conosciuto negli ambienti della politica, descrive così Alberto Filippi, il cinquantasettenne imprenditore vicentino, ex senatore della Lega, accusato di essere il mandante dell’atto intimidatorio nei confronti del caporedattore del Gazzettino ed ex direttore del Giornale di Vicenza, Ario Gervasutti: cinque colpi di pistola nel 2018 contro l’abitazione del giornalista, l’incarico affidato a un "soldato" della ‘ndrangheta. “Filippi? Un tipo dai comportamenti discutibili - racconta un leghista di lungo corso -. Dal Carroccio venne espulso anche perché aveva minacciato di dossieraggio mezzo direttivo regionale del partito». Buttato fuori dalla Lega, con la politica Filippi non ha mai chiuso: è passato alla Destra di Storace, poi, con tanto di conferenza stampa cui parteciparono Ignazio la Russa, Giorgia Meloni e Sergio Berlato, l’ingresso in Fratelli d’Italia. Due sabati fa era tra i tanti alla cena all’Arsenale di Venezia con il ministro Francesco Lollobrigida e lo stato maggiore di FdI. Non aveva più, però, incarichi pubblici né istituzionali.

CHI E' ALBERTO FILIPPI


Vicentino di Arcugnano, dove vive in una bellissima villa con la famiglia, 57 anni, laureato in Economia e commercio, Filippi è stato amministratore delegato dell’azienda di famiglia Unichimica srl di Torri di Quartesolo e dal 2002 è al vertice di Uniholding, società nata dalla fusione di due realtà storiche vicentine (Filippi e Bomitali) e leader nella distribuzione di prodotti di chimica di base per il settore conciario. L’impegno in politica risale al 1994, quando, ventottenne, diventa assessore nel comune di Arcugnano. Tre anni dopo viene eletto consigliere provinciale a Vicenza. Il “salto” nel 2006: deputato della Lega. La legislatura dura poco, nel 2008 si ritorna alle urne, Filippi viene ricandidato ed è eletto senatore.


LE INCHIESTE


È durante questo secondo mandato da parlamentare che, nel luglio 2011, viene espulso dal partito: era stato coinvolto in un’inchiesta e poi rinviato a giudizio, con alcuni familiari, per presunte sponsorizzazioni gonfiate alla squadra di calcio a 5 dell’Arzignano Grifo, vicenda dalla quale poi è uscito prosciolto per prescrizione. Poi c’era anche il “caso Cis”, riguardante il cambio di destinazione di un’area di sua proprietà a Montebello Vicentino. Ma nella Lega ora raccontano anche di altre accuse mosse a suo tempo a Filippi: «In una riunione del partito aveva minacciato di dossieraggio metà dei componenti del direttivo».


LA DESTRA


Estromesso dalla Lega entra a far parte per alcuni mesi del Gruppo misto a Palazzo Madama. L’8 novembre 2011 aderisce al gruppo parlamentare di Coesione Nazionale, fondando nel contempo il movimento “Sì Sindaci”. Ma l’esperienza dura poco più di un anno: il 7 dicembre 2012 aderisce a La Destra di Francesco Storace e Teodoro Buontempo, di cui diventa coordinatore regionale veneto. Nel 2013 prova a tornare in Parlamento con La Destra, non ce la fa.


L’INGRESSO IN FDI


Tempo un anno e Filippi cambia ancora partito: il 14 maggio 2014 in un bar in piazza dei Signori a Vicenza, Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Sergio Berlato annunciano il suo ingresso in Fratelli d’Italia - Alleanza nazionale. «Ho aderito con il cuore all’invito di Meloni perché condivido la necessità di riunificate le comunità che stanno alla destra dell’emiciclo», spiega quel giorno l’imprenditore vicentino.


La tessera di Fratelli d’Italia non lo riporta in Parlamento, anzi, a sentire i meloniani veneti non sarebbe neanche più organico al partito. Due sabati fa era comunque tra gli invitati alla cena all’Arsenale con il ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida per promuovere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale Unesco. Risulta tra i finanziatori del quotidiano L’Identità di Tommaso Cerno.
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Il Gazzettino