Doccia fredda sulle riaperture, l'immunologa Viola: «Insufficiente un metro al ristorante, troppa fretta per le palestre»

Antonella Viola
PADOVA - Doccia fredda sugli entusiasmi per la riapertura. L'immunologa dell'Università di Padova Antonella Viola, in diretta su Agorà di Rai Tre, il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PADOVA - Doccia fredda sugli entusiasmi per la riapertura. L'immunologa dell'Università di Padova Antonella Viola, in diretta su Agorà di Rai Tre, il programma condotto da Serena Bortone, non saluta di buon grado le modalità di partenza della "fase due", con i riavvii delle attività, a volte considerati eccessivamente "facili". E non nasconde le preoccupazioni e le sue forti riserve su alcune misure ritenute troppo leggere.

 

Contagio, un metro non basta

Mi piacerebbe mostrarmi contenta e dire che trovo tutto perfetto - spiega Antonella Viola - ma purtroppo non è così. Un metro di distanziamento nei ristoranti, dove si sta delle ore, chiacchierando, senza mascherina, non è sufficiente. Così come la riapertura rapida delle palestre, con anche spogliatoi e docce, luoghi dove il droplet viene prodotto in modo importante durante l'allenamento, con un contagio  molto, molto possibile, non mi trova d'accordo. E sono amareggiata. Capisco i motivi economici delle scelte, non quelli di certe aperture così di corsa». Inoltre , aggiunge l'immunologa padovana, «ora si può riaprire un ristorante, con addensamenti di persone, o una palestra, mentre non un teatro, o un cinema, dove gli spettatori possono stare distanziati con la mascherina e inoltre non parlano tra di loro».

Antonella Viola, l'immunologa attaccata da Briatore: «Lavoro 14 ore al giorno, ecco la mia vita»
 

A giugno i risultati delle riaperture

I dati sono buoni in questo  momento, dovuti alla linea prudenziale assunta dal Governo. Ma rendiamoci conto che la situazione creata dalla riapertura di oggi  verrà valutata a inizio giugno. E sarà tardi se non si instaura un sistema preciso e migliore di tracciamento. Di un tampone conosciamo il risultato dopo 6/7 giorni, e tra l'altro senza sapere se dalla data di prelievo o da quella di esito. Ora si deve cambiare passo. Non possiamo correre il rischio di focolai che ripartano, e magari di beccarli  in ritardo. Il tracciamento dell'epidemia è un problema, occorre cambiare passo».
 

Crisanti? E' prudente, non critico

Anche lei critica come Crisanti? «Il professor Crisanti non è  critico, ma prudente - risponde Viola - .  Il Veneto è in buona condizione perché  lui ha imposto una linea molto prudenziale... Oggi nel Veneto troviamo un positivo ogni 300 tamponi, in Lombardia uno ogni 28 o 30. E' evidente che non è possibile applicare le stesse regole a realtà così diverse... Di fatto si dice alle persone "tenete le mascherine e state attenti", ma non è sufficiente, non c'è il programma dei tamponi». 

Fase 2, Crisanti: «Riapertura a rischio, non siamo organizzati, il virus non si è indebolito»
 

Estetista, che distanze tenere?

Che distanze bisogna tenere nel salone di estetica? «L'estetista avrà tutti i mezzi di protezione, la mascherina, la visiera, i guanti. Non ci sono contatti bocca a bocca! Così come si va dal dentista, si può andare dall'estetista. Magari evitiamo di chiacchierare».

 

Test sierologico? Non serve

E il sierologico? domanda Bertone. Il geologo Mario Tozzi annuncia che lo farà prima di partire per le ferie... «Non lo faccia - interviene Antonella Viola -, non serve. O si fa un test estremamente sensibile, oltre il 99% di sensibilità, o niente. Quelli normali attualmente stanno tra il 95 e il 96%, ma sapendo che l'incidenza della malattia è del 3%, è come lanciare una monetina. L'istituto superiore di sanità scelga bene quale test adottare, e li faccia direttamente sotto il proprio controllo». Tozzi, probabilmente, cambierà idea. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino