Zaia attacca la Boldrini: «Gestione profughi da repubblica delle banane»

Zaia attacca la Boldrini: «Gestione profughi da repubblica delle banane»
VENEZIA - «Mi spiace per la presidente della Camera Laura Boldrini, ma l'Italia non è così facilmente divisibile tra chi ha capito tutto e chi è razzista. Io non lo sono,...

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VENEZIA - «Mi spiace per la presidente della Camera Laura Boldrini, ma l'Italia non è così facilmente divisibile tra chi ha capito tutto e chi è razzista. Io non lo sono, ma considero immorale far credere a mezza Africa che è sufficiente arrivare a Lampedusa per risolvere i problemi della guerra e di una vita di stenti».




Così il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia in relazione alle ultime notizie sull'organizzazione e la gestione del trasferimento in Veneto dei migranti dell'operazione "Mare Nostrum" e alle frasi della Boldrini in un'intervista al quotidiano Avvenire.



«Se migliaia e migliaia di persone scappano dalla fame - aggiunge Zaia - bisogna creare le condizioni per portare pace e cibo a casa loro, non farli venire a morir di fame qui. Si sta attuando una sorta di non programmazione con inquietanti aspetti di improvvisazione che mi spinge a chiedermi di quale risposta si tratti, persino per la dignità (perché non è il caso di parlare di futuro) di gente disperata».



«Si apprende ufficialmente dalle autorità statali - ricorda Zaia - che, in Veneto, di circa 2000 profughi sinora arrivati circa la metà è scomparsa nel nulla senza essere identificata; che altri 200 sono in arrivo, e chissà quanti altri ancora in futuro, e che le strutture pomposamente chiamate Hub che dovrebbero accogliere le persone sono 3 caserme dismesse e inagibili a Ceggia, Meolo (nel Veneziano) e a Codogné (Treviso), al cui esterno dovrebbero nascere praticamente 3 tendopoli, e una ex scuola a Trivignano. Ma le tende non si sa chi le mette, i pasti non si sa chi e con quali cucine da campo li deve preparare, i letti, almeno quelli, dovrebbero arrivare dall'esercito. Roba da Repubblica delle banane».



«Praticamente tutto - prosegue Zaia - viene di fatto scaricato sulle comunità locali e sui sindaci, già strangolati dal patto di stabilità, con la miseria di 35 euro a persona per organizzare ed erogare una sfilza di servizi. Siamo di fronte a un'organizzazione alla Franceschiello e ad un Paese che, se volesse davvero dirsi civile, dovrebbe adoperarsi per fermare questo flusso alla fonte, considerando poi che due terzi di questi ospiti spariscono in 48 ore. E poi dove li ritroviamo? A delinquere o a fare i venditori abusivi sulle spiagge». «E mentre si spendono, malissimo, ingenti fondi - si chiede Zaia - con quale coraggio guardiamo in faccia i nostri 200.000 disoccupati e le loro famiglie? E con quale faccia un sindaco può presentarsi ad una famiglia in difficoltà nel suo Comune per dirgli che il patto di stabilità vieta di dare un aiuto? Qualcuno si rende conto di quanti veneti bisognosi farebbero festa con 35 euro al giorno a disposizione?». «Comunque con quale coraggio - aggiunge Zaia - possiamo chiamare 'umanitario' una specie di Piano caratterizzato di fatto da pesante disumanità e mancato rispetto per le persone che arrivano e per i cittadini italiani in quotidiana difficoltà e ampiamente al di sotto della cosiddetta soglia di povertà? A tutto questo esprimo la più netta, totale, ferma opposizione del Veneto».
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Il Gazzettino