Immigrati a casa nostra: uno su tre li percepisce come pericolosi

Immigrati a casa nostra: uno su tre li percepisce come pericolosi
Rischio per la sicurezza, ma ancor più risorsa per il futuro: così sembra essere percepita l’immigrazione in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di...

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Rischio per la sicurezza, ma ancor più risorsa per il futuro: così sembra essere percepita l’immigrazione in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di Trento. Secondo quanto rilevato da Demos per l’Osservatorio sul Nordest del Gazzettino, il 33% di rispondenti pensa che gli immigrati siano un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone. Quasi un nordestino su due, invece, ritiene che la presenza degli immigrati favorisca la nostra apertura culturale. Rispetto alla rilevazione precedente, entrambi gli indicatori appaiono stabili. Negli ultimi decenni, il Nordest è divenuto terra di approdo per i migranti. Questa è stata una svolta epocale: regioni che avevano cospicuamente contribuito all’emigrazione nazionale, si sono trovate a fare i conti con visi, tradizioni, lingue e colori nuovi. Le reazioni sono state complesse e diversificate: mentre (diversi) politici e partiti hanno usato il tema per capitalizzare consensi basati su insicurezze e paure dei cittadini, il mondo del volontariato e quello della scuola si sono largamente fatti carico dell’integrazione, costituendo un modello inedito e involontario. In questo modo, e forse suo malgrado, il Nordest è diventato una comunità multietnica, dove le tensioni però non sono mancate e non mancano tutt’ora. Infatti, ancora oggi un intervistato su tre ritiene che gli immigrati siano un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza.

Guardando all’evoluzione storica, possiamo vedere che tra gli anni 2000 e 2001 era presente un certo allarme su questo argomento. Tra il 2002 e il 2007, invece, i valori sembrano rientrare e stabilizzarsi poco sopra la soglia del 30%. Tra il 2008 e il 2009, assistiamo a un incremento di preoccupazione, con il valore salito al 40-42%. Tra il 2014 e il 2015, sembra che la quota si stia nuovamente stabilizzando intorno al 30%. Quali sono i settori sociali maggiormente intimoriti dalla presenza dei migranti? Questo orientamento è rintracciabile soprattutto tra gli adulti tra i 55 e i 64 anni (41%) e gli anziani over 65 (44%); tra quanti sono in possesso della licenza media (40%) e chi frequenta assiduamente i riti religiosi (39%). Guardando alla professione, poi, vediamo che l’associazione immigrazione-rischio sicurezza è presente in misura maggiore tra gli operai (40%) e i lavoratori autonomi (38%), tra le casalinghe (46%) e i pensionati (38%). Politicamente, infine, vediamo che i consensi più ampi su questa posizione sono rintracciabili tra gli elettori della Lega Nord (55%).


Se questi sono i timori, vediamo quanti invece giudicano la presenza degli immigrati una risorsa per la nostra apertura culturale. A essere d’accordo con questa idea è il 49% dei nordestini; se guardiamo alle rilevazioni passate, osserviamo una sostanziale stabilità recente e una grande crescita rispetto al 2009 (+11 punti percentuali). La maggiore positività rispetto alla presenza degli immigrati è rintracciabile tra gli under 25 (66%), tra le persone tra i 25 e i 34 anni (60%) e tra quanti sono in possesso di un alto livello di istruzione (60%). Considerando la religiosità, invece, vediamo che la valorizzazione del contributo culturale dei migranti proviene soprattutto da chi non è praticante (54%) o si reca in Chiesa saltuariamente (53%). Dal punto di vista socio-professionale, poi, coloro che più legano immigrazione e apertura culturale sono gli studenti (70%) e i liberi professionisti (65%), gli impiegati (58%) e i disoccupati (54%). Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino