PORDENONE - L’imam egiziano Mohamed Abdelgawad Hosny Awadalla è stato licenziato, senza alcun preavviso, dall’Associazione culturale islamica di Pordenone che...
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LO SCONTRO
Non sono mancati momenti di tensione quando il gruppo che sostiene Hosny si è scontrato con quello che, invece, lo vuole lontano dalla Comina. «Noi abbiamo licenziato l’imam – ha sottolineato a gran voce Samir Abd Meguid, segretario dell’Associazione – ma lui non si rassegna. Anche oggi (ieri, ndr) si è presentato in moschea per recitare la preghiera ma glielo abbiamo impedito. Anzi per dire il vero, visto che proprio non ne vuole sapere di lasciare l’incarico, siamo stati costretti ad anticipare il sermone di 10 minuti rispetto al solito». Da undici anni che esiste il centro islamico a Pordenone, questa è la prima volta che all’interno della comunità si verifica una lacerazione così profonda: «Tanti imam sono passati per la Comina – sottolinea Abd Meguid – e mai nessuno si è comportato come lui. Si è sempre comportato bene, con professionalità, sino a qualche mese fa. Poi ha iniziato a scontrarsi con alcuni fedeli e a quel punto, dopo i vari richiami e sospensioni, il direttivo ha deciso di licenziarlo».
I MAROCCHINI
Hicham Tagadirte, rappresentante della comunità marocchina, rincara la dose: «Honsy sta tentando di portare la politica all’interno della moschea, cosa che noi non vogliamo. L’interesse generale è che, all’interno del centro islamico, ci sia il clima migliorare per pregare. Honsy invece sta facendo i suoi interessi e creando delle divisioni mai viste prima». Gli animi, dopo un aspro confronto tra le parti, si sono placati. Con la loro presenza, carabinieri e polizia hanno assicurato che le due fazioni non andassero oltre alla dialettica. E l’imam? Per non esacerbare i toni già molto accesi da giorni, se n’è stato in disparte. All’interno della moschea. Ma qualche sassolino dalla scarpa se l’è comunque voluto togliere: «Una lettera di licenziamento? Non ho ricevuto e tanto meno firmato niente. Il lavoro dell’imam non è subordinato ad alcun contratto. La maggioranza dei musulmani sta dalla mia parte e, anzi, sono state già raccolte 600 firme a mio favore». Per Hosny, dunque, non è cambiato niente. «Continuerò a fare la guida spirituale in moschea a Pordenone – annuncia – e mi auguro che, quanto prima, si possa arrivare a nuove elezioni del direttivo. Quello attuale non ha più i numeri per andare avanti. Dovranno essere elezioni libere e dovranno essere rappresentati tutti i fedeli. Anche donne e giovani. Dovrà uscire un gruppo forte, che guardi esclusivamente al bene dei tanti fedeli che arrivano in Comina da tutta la Destra Tagliamento». Secondo Honsy i tempi sono già maturi per andare al voto (il direttivo attuale, da statuto, dovrebbe restare in carica ancora per due anni). «Sto facendo di tutto per riportare la calma - spiega - ma c’è qualcuno che ancora rema contro. Io faccio politica? Chi sostiene ciò lo deve provare, altrimenti lo querelo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino