Illycaffè piano di espansione negli Stati Uniti e in Cina. «L'Oriente è più difficile, prediligono il tè»

Illycaffè piano di espansione negli Stati Uniti e in Cina. «L'Oriente è più difficile, prediligono il tè»
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TRIESTE - «I risultati ci hanno dato ragione, continuiamo nella stessa direzione, con ottimismo per il 2023». E per Cristina Scocchia, a.d di Illycaffè, forte dei buoni risultati del 2022, la direzione è quella di crescere ancora nel mercato strategico, gli Stati Uniti. Mentre è ancora in pausa di riflessione l'approccio da prendere su quello cinese, che è sì ancor più grande, ma anche più difficile perché tradizionalmente legato al consumo di tè. Il bilancio 2022 «in un momento così complesso è una iniezione di fiducia», dice Cristina Scocchia, considerando anche che l'anno scorso forte è stata l'incidenza dell'inflazione e dei rincari delle materie prime, che hanno «pesato» per 43 milioni (+17%).

Basti pensare che per il caffè verde, a causa del cambiamento climatico, il prezzo del novembre 2020 di 110 dollari per libbra, è arrivato a toccare in alcuni mesi 240 dollari. «Poi i prezzi sono scesi ma sono a 180 dollari. Si prevede comunque un raccolto, soprattutto in Brasile, di grande quantità e qualità». «Per noi il mercato strategico sono gli Stati Uniti, come previsto nel Piano industriale. Il nostro primo mercato è l'Italia, che corrisponde a un terzo del business; il secondo è Stati Uniti, pari a un quinto e che vorremmo diventasse importante come quello italiano». Il mercato Usa ha segnato +27%. «La Cina è un mercato molto piccolo, abbiamo una filiale piccola, ma comunque abbiamo registrato più 15 per cento nonostante i lockdown, quindi in condizioni macroeconomiche ancora più difficili». Dunque quest'anno «ripensiamo a come approcciare il mercato cinese, se andare da soli o con un partner. L'idea al momento è crescere con ecommerce, con grandi retailers, poi penseremo al settore off line che è molto complesso». Dovrebbe invece restare invariata la partecipazione del partner, Rhone capital, entrato due anni fa, e che detiene il 20%.

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Il Gazzettino