Il principe Alfonso di Borbone nella terra d'esilio dell'ultimo re di Francia

Il principe Luigi Alfonso di Borbone Duca di Angió e di Cadice con la moglie e il sindaco di Gorizia Ettore Romoli
GORIZIA - «Se Gorizia ricorda i Borboni, i Borboni ricorderanno Gorizia». Lo ha detto il principe Luigi Alfonso di Borbone Duca di Angió e di Cadice,...

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GORIZIA - «Se Gorizia ricorda i Borboni, i Borboni ricorderanno Gorizia». Lo ha detto il principe Luigi Alfonso di Borbone Duca di Angió e di Cadice, attuale capo della Casa Borbone e pretendente al trono di Francia, nel corso dell'incontro tenutosi a Gorizia con il sindaco Ettore Romoli, evidenziando il legame storico fra la Francia e la città che diede loro ospitalità nel momento più difficile, diventando sede del loro esilio. 


Ieri, sabato 18 febbraio, il primo cittadino ha accolto il principe che era accompagnato dalla contessa Carolina Lantieri e dallo storico Alessio Stasi (nelle foto), sottolineando che il Comune sta lavorando per promuovere l'itineario transfrontaliero relativo alla presenza del Borboni in questo territorio; Romoli ha annunciato che, con il progetto Pisus, è stato rielaborato il percorso storico che, a breve, sarà inserito nella nuova App che sta predisponendo il Comune. Ha anche evidenziato come, negli anni, siano state realizzate delle pubblicazioni e dei libri, una delle quali, scritta nel 2001, in tre lingue, finanziata dall'Unione europea, sarà riproposta.

Insieme a Romoli c'era anche il sindaco di Nova Gorica, Matej Arcon, a confermare la sinergia con il Comune di Gorizia per valorizzare questa importante memoria storica del territorio che si snoda a cavallo del confine, considerando che le spoglie di Carlo X e della sua famiglia riposano in una cripta del monastero della Castagnevizza in Slovenia. Il sindaco ha donato al principe un libro sulla città e uno sulla storia dell'esilio del Borboni a Gorizia mentre il principe ha ricambiato con una medaglia raffigurante Carlo X.
 
L'ultimo re di Francia morì a Gorizia 

Gorizia fu la città dell'esilio per i Borboni e per l'ultimo re di Francia di questa casata che morì il 6 novembre 1836 nel Palazzo Coronini. Carlo X e la sua famiglia sono sepolti nel monastero francescano della Castagnevizza a pochi metri dal confine. Un legame storico importante unisce quindi Gorizia alla Francia. Per chi vuole conoscere la storia di questa casata c'è un itinerario incentrato sulle dimore del re senza regno: Villa Coronini Cronberg, Palazzo Strassoldo, Palazzo Lantieri e, infine, il santuario della Castagnevizza; è una parte poco conosciuta della storia d’Europa e di Gorizia in particolare.
 
L’abdicazione di Carlo X e l'esilio a Gorizia
Succeduto al fratello Luigi XVIII, il nuovo re di Francia Carlo X di Borbone (Versailles 1757 - Gorizia 1836) si fece promotore, in politica interna, di azioni antiliberali che provocarono, nel luglio del 1830, l’insurrezione trionfante delle “Tre Gloriose” giornate di Parigi. Con la parte dell’esercito rimasta fedele, il re e la sua famiglia si ritirarono a Rambouillet, dove il sovrano e il delfino Luigi XIX firmarono la loro abdicazione in favore del nipote, il duca de Bordeaux, affidando al duca d’Orleans la luogotenenza generale del regno. Costretto dunque a lasciare la Francia, Carlo X si trasferì inizialmente in Inghilterra, presso il castello di Holyrood, in Scozia, dove trascorse due anni. Nel 1832 accettò l’invito, fattogli dall’imperatore Francesco I d’Austria, a stabilirsi nei suoi stati. Raggiunta così Vienna il re e la sua piccola corte soggiornarono per alcuni giorni alla Hofburg, dopodiché proseguirono il viaggio per Praga dove si stabilirono nel sontuoso palazzo reale di Hradschin.


Dopo aver trascorso quattro anni in Boemia, Carlo X decise di trasferirsi in una città dal clima più mite, manifestando nel contempo il desiderio di non uscire dai confini dell’impero asburgico. La descrizione lusinghiera delle bellezze della Valle d’Isonzo, fattagli dallo stesso imperatore Francesco I, facilitò Carlo X nel prendere la decisione di stabilirsi a Gorizia che faceva parte a quel tempo del Litorale illirico e che divenne la residenza d’esilio per sé e per i suoi familiari, oltre che per un centinaio di connazionali. Lo stesso conte di Montbel, depositario dei pensieri del vecchio sovrano francese, confermava le attrattive della città: «Allora, data la reputazione della zona di Gorizia, la salubrità dell’aria e delle acque, il re si decise a ritirarsi più tardi in questo paese, a mezza via tra la Germania e l’Italia, e che riunisce i vantaggi di entrambi i climi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino