Il killer di Trieste per due anni all'Aquila come un invisibile

Il killer di Trieste per due anni all'Aquila come un invisibile
Prima della mattanza di Trieste, Alejandro Augusto Stephan Meran il dominicano dal fisico robusto e coi capelli rasta è, anche per la Questura dell’Aquila, un uomo...

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Prima della mattanza di Trieste, Alejandro Augusto Stephan Meran il dominicano dal fisico robusto e coi capelli rasta è, anche per la Questura dell’Aquila, un uomo qualunque. Ventinove anni, incensurato, titolare di una carta di soggiorno ottenuta un paio di anni fa dalla stessa Questura aquilana, nessuna denuncia, nessun referto medico che ne attesti un qualsiasi disturbo mentale. Pulito. Il giovane secondo la ricostruzione che gli investigatori della Squadra mobile di Treviso stanno effettuando per capire le eventuali ombre sul passato del cittadino domenicano, dal 2015 si trovava all'Aquila, ospite di un centro di accoglienza a Roio Poggio, per richiedenti asilo, insieme alla mamma che gia stava lavorando presso alcune famiglie come domestica irreprensibile. Una permanenza che gli ha consentito di ottenere sempre dal Comune dell’Aquila, la residenza sempre per motivi familiari.


In città a quanto pare non ha svolto alcun tipo di lavoro, nessuno che lo ricordi per qualche motivo. Nel frattempo Betania (nome della mamma del giovane arrestato per il duplice omicidio dei due agenti della Squadra volante della Questura di Trieste) nel 2016 lascia L’Aquila per trasferirsi nel Trevigiano. Un anno dopo, ovvero nel 2017, anche il 29enne va via dall’Aquila per raggiungere sua madre e il fratello Carlysle, che suo malgrado ha assistito al duplice omicidio, trovando riparo sotto un tavolo della Questura. Il ragazzo si è trasferito a Ponte nelle Alpi (Trieste) , comune in cui risultano per un anno domiciliati e residenti.


Un passato, quello "aquilano" per mamma e figlio che a quanto pare non lascerebbero interrogativi anche se ci sono aspetti che non convincono gli inquirenti, a partire dallo stato di salute dell’omicida, secondo la madre minato dal punto di vista psichico, ma lucido per gli agenti della Squadra mobile. Di qui la possibile audizione dei gestori della casa-famiglia di Roio e di altri stranieri ospiti per scandagliare questo aspetto e verificare anche l’eventuale ricovero del giovane ospite presso strutture di igiene mentale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino