Il Veneto nuovo polo sull'idrogeno: l'approvvigionamento energetico è la nuova sfida

L'incontro organizzato da Fondazione Venezia
MESTRE - L'idrogeno elemento chiave per lo sviluppo industriale e l'approvvigionamento energetico del Veneto: sono questi i risultati della ricerca, condotta da...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MESTRE - L'idrogeno elemento chiave per lo sviluppo industriale e l'approvvigionamento energetico del Veneto: sono questi i risultati della ricerca, condotta da Boston Consulting Group, presentati ieri nella mattinata di ieri all'evento "La filiera dell'Idrogeno in Veneto: stato dell'arte e prospettive di sviluppo", organizzato da Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità, Boston Consulting Group e Regione, in collaborazione con Eni. All'evento erano presenti il ministro dell'ambiente Gilberto Pichetto Fratin, Renato Brunetta, presidente della Fondazione e del Cnel, l'assessore regionale allo Sviluppo Roberto Marcato e il sindaco Luigi Brugnaro.

LE PROSPETTIVE
I dati della ricerca sulla mappatura delle competenze e della domanda di idrogeno in Veneto, presentati da Pietro Romanin, Managing Director e Partner di Boston Consulting Group, mostrano una regione fortemente interessata all'utilizzo dell'idrogeno come materia prima, fonte di calore e combustibile per i trasporti. 250 aziende sul territorio veneto, Pmi con meno di 50 dipendenti e fatturato inferiore ai 10 milioni, hanno risposto al questionario, per un totale di 40% di interessati. Ciò che frena le aziende è la mancanza di conoscenze della tecnologia (28%), un consumo di energia non rilevante (20%), una mancanza di infrastrutture (12%). Tra le aziende interessate all'idrogeno, il 26% utilizza o prevede di convertirsi all'utilizzo dell'idrogeno (19% in verde). I rispondenti utilizzerebbero l'idrogeno per la produzione di elettricità/calore (74%), come combustibile per i trasporti (67%) e come materia prima (13%). Attualmente già 38 aziende lavorano su progetti, soprattutto nell'area dello sviluppo di dispositivi e sistemi (35%), ma molti di questi progetti sono ancora in fase iniziale (36%). Tra i progetti esistenti, il 60% ha un investimento medio di meno di 10 milioni di euro l'anno, il 78% predilige finanziamenti pubblici, principalmente attraverso fondi Pnrr. I principali fattori frenanti sarebbero dunque il costo dell'idrogeno, l'incertezza finanziaria e l'effettiva disponibilità della materia prima.
Su alcuni di questi punti prova a rassicurare le aziende il ministro Pichetto Fratin: «Il prezzo dell'idrogeno è notevolmente sceso negli ultimi anni, l'obiettivo è arrivare a un euro al chilo. L'obiettivo dell'Unione europea sono 20 milioni di tonnellate al 2030, e la capacità di produzione comunitaria, nel complesso, è di 10 milioni di tonnellate. Quindi c'è spazio per implementare i nostri livelli di produzione interni o di mediazione e trasporto verso la parte continentale d'Europa». «Rispetto a tre anni fa si è rovesciato completamente il ruolo del nostro Paese - ha proseguito il ministro - all'epoca il centro di smistamento energetico era il centro Europa, oggi lo possiamo essere noi. Quindi il nostro disegno deve andare in quella direzione».

LA GEOTERMIA


Oltre all'idrogeno, il ministro indica un'altra possibile fonte di approvvigionamento energetico: «Il suolo del Veneto e dell'Italia è decisamente interessante per il nuovo geotermico, una fonte di energia importante e se vogliamo inesauribile». Il geotermico «può essere importante perché in alcuni territorio dal geotermico può essere ricavato anche il litio. I territori più interessanti, in questo senso sono la Pianura Padana e ancora di più la Toscana». Come Regione Veneto, gli stanziamenti previsti per il piano energetico incentrato sull'idrogeno sono, per il momento, due, ma ne arriveranno altri, come spiega l'assessore Roberto Marcato: «Al momento abbiamo un bando da 5 milioni e uno da 25, in partenza dal prossimo anno. Confido di portare il piano energetico per il Veneto in giunta entro la fine dell'anno, per rendere il Veneto sempre più indipendente energeticamente. Il tempo stringe: anche per questo premiamo sulla richiesta di Zona Logistica Semplificata su Porto Marghera, indispensabile per realizzare qui l'Hydrogen Valley».
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino