La Ideal rassicura il ministero: «Non chiuderemo il sito di Trichiana»

Da mesi i lavoratori sono in stato di agitazione dopo le voci di possibile dismissione del sito
BORGO VALBELLUNA - Fumata nera al ministero dello Sviluppo economico per la Ideal Standard di Trichiana. Se da una parte le istituzioni sono pronte ad avviare un percorso di...

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BORGO VALBELLUNA - Fumata nera al ministero dello Sviluppo economico per la Ideal Standard di Trichiana. Se da una parte le istituzioni sono pronte ad avviare un percorso di collaborazione con l’azienda e le organizzazioni sindacali per il rilancio del sito produttivo, dall’altra la proprietà continua a rimanere sulla sua posizione. I vertici affermano di non voler chiudere il sito produttivo di Trichiana ma nel contempo continuano a non presentare un piano industriale, celandosi dietro alle difficoltà di programmazione a causa della pandemia. La sensazione dei presenti è però che ancora una volta l’azienda non stia raccontando tutta la verità. 


Le organizzazioni sindacali lo chiedevano da tempo, ieri finalmente l’incontro al Ministero. Un tavolo, tenuto in videoconferenza, che aveva l’obiettivo di chiarire i dubbi sul futuro del sito produttivo, dissolvendo le voci che vogliono la delocalizzazione della produzione e la chiusura dello stabilimento. Al tavolo, oltre al Ministero, la Regione Veneto, la proprietà e le organizzazioni sindacali locali e nazionali. 

SERVONO PIÙ GARANZIE
A tracciare un bilancio dell’incontro è il ministro bellunese Federico D’Incà: «Il tavolo ha rappresentato sicuramente un primo passo per ottenere chiarezza sul futuro dello stabilimento di Trichiana. All’azienda ho rivolto due richieste precise: comprendere cosa accadrà nei prossimi 18-24 mesi e che cosa succederà al marchio Ceramica Dolomite. Da parte del gruppo è stata sottolineata l’intenzione di non volere chiudere il sito di Trichiana e di non volere dismettere il marchio, ma è necessaria ulteriore certezza sul reale piano per lo stabilimento bellunese». D’Incà ricorda i numerosi sacrifici fatti dai 470 lavoratori per dare continuità all’attività ed a fronte anche di ciò «è fondamentale comprendere con estrema chiarezza la volontà dell’Azienda e il percorso che vuole intraprendere nei confronti del sito di Trichiana, l’unico del gruppo rimasto in Italia e di indubbia rilevanza strategica». 

LA CONDIVISIONE 
Durante l’incontro è stata condivisa la necessità di avviare un rapido percorso finalizzato alla realizzazione di un nuovo, patto per il rilancio dello stabilimento. «Tale percorso rappresenta l’unica strada per impegnare tutte le parti rispetto all’unico obiettivo – sottolinea l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan, - ossia la valorizzazione del sito produttivo di Trichiana e dei suoi lavoratori. I prossimi giorni ci consentiranno di capire nei fatti gli intendimenti di tutte le parti». A metà aprile quindi è stato programmato un incontro tra le parti in sede aziendale, al quale seguirà la settimana successiva un ulteriore incontro in sede istituzionale al fine di valutare e concretizzare al più presto il percorso concordato. 
I SINDACATI

Come ormai da prassi, i sindacati non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in attesa di riferire prima alle assemblee che si terranno oggi. Sempre oggi ci sarà la visita allo stabilimento del presidente della provincia, Roberto Padrin a cui saranno consegnate anche le oltre 300 firme raccolte a sostegno della vertenza.
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Il Gazzettino