Ideal Standard, il futuro torna incerto: lavoratori in sciopero e appello alla politica

La protesta dei lavoratori da mesi in attesa di risposte
BORGO VALBELLUNA - Si riannuvola il cielo sopra lo stabilimento Ideal Standard di Trichiana. Dopo un cauto ottimismo delle scorse settimane, in cui si è registrata...

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BORGO VALBELLUNA - Si riannuvola il cielo sopra lo stabilimento Ideal Standard di Trichiana. Dopo un cauto ottimismo delle scorse settimane, in cui si è registrata un’apertura da parte dei vertici aziendali, giovedì le organizzazioni sindacali si sono sedute intorno ad un tavolo, pronte ad ascoltare i dettagli del piano industriale promesso dalla multinazionale. Ma così non è stato. Ed anzi. C’è di più. La proprietà non ha voluto assumersi nessun impegno scritto sul proseguo dell’attività nello stabilimento di Trichiana. 


«A livello sindacale abbiamo fatto tutto ciò che era possibile fare, ora ci appelliamo alla politica affinchè ci aiuti in questa battaglia» afferma il segretario provinciale della Filctem Denise Casanova. E intanto ieri un’ora di sciopero alla fine di ogni turno. 


«Ci aspettavamo – si legge in una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil -, la presentazione del piano industriale, come garantito dai vertici aziendali Mauro Maremmi ed Everts Ed; piano che doveva, nelle intenzioni, far vivere il progetto del gruppo di lavoro aziendale, garantendo il futuro dello stabilimento con recupero di marginalità, abbassamento del costo pezzo, anche attraverso investimenti funzionali. Il passo successivo, indicativamente entro fine luglio, doveva essere la convocazione al ministero per la condivisione del piano stesso». 
Un percorso condiviso, arrivato dopo un periodo in cui si era alzato un muro tra sindacati e azienda, e dove i lavoratori avevano deciso di difendere il loro posto di lavoro, con scioperi e presidi. Così però non è andata. Invece del piano industriale è stato presentato Francesco Villani, il nuovo manager che dovrebbe occuparsi del progetto di Trichiana in via esclusiva e fare da collegamento con gli azionisti.


«Abbiamo chiesto che ci scrivessero due righe che garantiscano il sito occupazionale nei prossimi anni, e ci hanno risposto che non sono in grado di farlo - afferma con amarezza Casanova -. Sostanzialmente siamo tornati indietro di qualche mese, con una reale preoccupazione per il futuro, poiché nuovamente in assenza di qualsivoglia impegno sul progetto condiviso negli incontri precedenti. Ad oggi l’azienda non ci dice se intenda far vivere il sito di Trichiana oppure no». 


Già ieri i lavoratori hanno fatto un’ora di sciopero alla fine di ogni turno e stanno organizzando nuove iniziative. Inoltre, nei prossimi giorni, i sindacati chiederanno un incontro urgente al Mise. «Adesso è il tempo della politica – dichiara la sindacalista -. Come sindacati abbiamo fatto il possibile. Ora serve di più».
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Il Gazzettino