L'Hotel Villa Fiorita chiude: sette licenziati. Protestano i sindacati: «Scelta scellerata»

Chiude Villa Fiorita a Monastier: 7 licenziati
MONASTIER- Bollette triplicate da febbraio 2022 e numero di visitatori falcidiati nell’era post Covid, hanno costretto la proprietà del Park Hotel Villa Fiorita di...

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MONASTIER- Bollette triplicate da febbraio 2022 e numero di visitatori falcidiati nell’era post Covid, hanno costretto la proprietà del Park Hotel Villa Fiorita di Monastier a prendere una decisione drastica: l’albergo a quattro stelle è chiuso dal 31 ottobre. L’idea della proprietà è quella di trasformarlo in stagionale e riaprirlo da aprirle a settembre. Ma, intanto, il prezzo da pagare è il licenziamento di 7 persone in esubero. Questo quanto deciso dalla proprietà, il gruppo Sogedin Spa, che oltre al Park Hotel Villa Fiorita (una struttura con 180 camere, aperta negli anni ‘70, grande giardino, piscina e ristorante, oltre ad una dimora storica e ad un moderno centro congressi) gestisce a Monastier anche la Casa di Cura Giovanni XXIII, il centro servizi agli anziani Villa delle Magnolie con annesso micronido La Casa sull’Albero e poi altre due strutture alberghiere, Anthony hotel ed Anthony Palace, a Mestre.

L'ALLARME

I sindacati, che ieri mattina (lunedì 12 dicembre) hanno avuto un incontro con la proprietà a Monastier, sono molto preoccupati per i lavoratori. Cgil e Cisl intervengono e puntano il dito. «Il Park Hotel Villa Fiorita chiude e licenzia tutti i lavoratori. Una scelta scellerata, che non tiene conto della disponibilità che le maestranze hanno sempre condiviso nei momenti di crisi e discontinuità dovuti all’emergenza sanitaria. Nel corso degli ultimi anni i lavoratori in capo a Sogedin sono passati da più di 45 a 23. I tagli sono avvenuti soprattutto nel biennio segnato dal Covid, durante il quale tutti i dipendenti hanno dimostrato disponibilità, garantendo il distacco fisso o momentaneo nelle altre aziende del gruppo». Sono le parole di Alberto Irone e Patrizia Manca, rispettivamente segretari generali di Filcams Cgil Treviso e Fisascat Cisl Belluno Treviso, al termine dell’incontro con Sogedin, in seguito all’apertura lo scorso 18 novembre della procedura di licenziamento collettivo con la dichiarazione di 7 esuberi dopo l’annunciata decisione del cda della società di trasformare la struttura alberghiera da annuale a stagionale.

LA PROPRIETA’

La proprietà pone l’accento sulle problematiche di gestire una struttura alberghiera di queste dimensioni. «Dopo la chiusura totale per Covid, abbiamo riaperto Villa Fiorita solo a maggio 2022. Sono stati anni disastrosi, i costi di gestione oggi sono troppo elevati, un hotel del genere, che gravita prevalentemente su Venezia, non riesce a stare in piedi nella stagione invernale. Anche il nostro centro congressi, che in passato lavorava parecchio, oggi ha ridotto notevolmente il suo giro: le aziende dopo il Covid fanno il più possibile delle attività in casa, magari con i collegamenti in streaming. Quest’estate il turismo si è mosso parecchio su Venezia, ma da noi a Monastier sono arrivate solo le briciole» dicono dalla Sogedin spa. E aggiunge: «Dei 23 dipendenti del park hotel, alcuni sono già stati messi in carico dalla proprietà alla casa di cura di Monastier (i cuochi e i magazzinieri), 2 sono stati ricollocati in un albergo del gruppo Sogedin a Marcon, l’Anthony hotel. Sette sono gli esuberi che andranno in Naspi - dice la proprietà - ma abbiamo già intenzione di riassumerli alla riapertura dell’hotel, ad aprile prossimo». Ma i sindacati non ci stanno. «I lavoratori - spiegano Irone e Manca - hanno dimostrato flessibilità ed elasticità al limite della precarietà, senza nemmeno un vero riconoscimento di trasferte, straordinari e indennità. Nel 2020 gli stessi lavoratori si misero a disposizione dell’impresa anche a fronte di scelte che hanno sensibilmente penalizzato l’offerta alberghiera, come l’apertura del centro tamponi, l’hub vaccinale e la paventata trasformazione in Covid-hotel mai realizzata, senza alcun piano industriale di rilancio da parte dell’impresa e lasciando i dipendenti nella totale incertezza». «Chiediamo - concludono Irone e Manca - l’immediato ritiro della procedura e la possibilità di attivare un percorso di ricollocamento nelle numerose strutture del gruppo, garantendo percorsi di riqualificazione. Siamo pronti a indire uno stato di agitazione immediato di mobilitazione di tutte le strutture del gruppo qualora non ci fosse una risposta positiva alle nostre richieste». 

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Il Gazzettino