Suite con vista sulle Dolomiti, spa, ristoranti: ristrutturazione extra lusso per il Cristallo in attesa del Comitato Olimpico

L'hotel Cristallo di Cortina
CORTINA D'AMPEZZO - Se non è caccia all'albergo poco ci manca. Cortina diventa il luogo del desiderio per i molti che vogliono investire con prospettive olimpiche e...

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CORTINA D'AMPEZZO - Se non è caccia all'albergo poco ci manca. Cortina diventa il luogo del desiderio per i molti che vogliono investire con prospettive olimpiche e gli alberghi diventano l'obiettivo privilegiato. E proprio ieri, 24 gennaio, si è svolta in municipio a Cortina la conferenza dei servizi per la ristrutturazione del Cristallo: lo storico hotel che dal 2021 è di proprietà del fondo di investimento inglese Attestor Capital, gestito dalla società Mandarin di Hong Kong.

IL CANTIERE
La conferenza dei servizi decisoria è avvenuta sia in presenza che online con tutte la autorità competenti alla presenza dei consulenti legali del fondo inglese Attestor, l'avvocato Bruno Barel dello studio trevigiano Bruno Barel, dello studio trevigiano BM&A. Il progetto è del prestigiosissimo e pluri-premiato studio di architettura di Zurigo Herzog & de Meuron. È stato approvato pur con alcune prescrizioni dettate dalla Soprintendenza. Una decisione, quella presa ieri 24 gennaio in Municipio, che vale come adozione di variante urbanistica sarà pubblicata, come da procedura, prima di approdare in consiglio comunale. L'attività proseguirà su due binari: la preparazione della convenzione urbanistica che andrà in aula e la messa a punto del progetto, seguendo le indicazioni della Soprintendenza, prima del rilascio del permesso a costruire. Il progetto prevede la ristrutturazione del corpo più vecchio dell'hotel che verrà trasformata ampliando le camere e trasformandole in suite. Verrà demolito e ricostruito poi il corpo davanti per dotarlo di servizi di altissima gamma, ristoranti e spa. Il cantiere deve partire entro l'estate per arrivare alle Olimpiadi: si vocifera infatti che il Cio (Comitato Olimpico internazionale) dovrebbe alloggiare proprio lì.

IL RISIKO DEGLI ALBERGHI
La storia del Cristallo è nota, ma il mercato non si ferma. Le ultime dicono che anche il Nord Hotel è passato di mano, da quelle della famiglia Ghedina che l'ha costruito e gestito negli anni in località la Vera a nord di Cortina a quelle di un imprenditore veneto. Smentite invece le indiscrezioni che da oltre un anno assicurano che la stessa sorte tocchi anche all'Hotel de la Poste, la proprietà è ancora nelle mani dei Manaigo che non sono intenzionati a lasciare. Il panorama è dunque vario ma garantisce comunque una buona presenza delle case storiche, quelle che hanno scritto le pagine più importanti del turismo in Ampezzo perché, se è vero che Savoia, Cristallo e Miramonti sono da sempre i più blasonati anche per dimensione, è altrettanto vero che attorno si sono da sempre impegnati nell'accoglienza tutti gli altri. Restano saldamente di Cortina il Des Alpes, il Lodge Alverà, il Menardi, L'Argentina, l'Aquila, il Cortina, ed altri ancora.

L'INTERESSE
Ma come leggere tanto interesse? Roberta Alverà, albergatrice ed ora anche vice sindaco della Regina delle Dolomiti: «Ospitare l'evento olimpico 2026 attira certamente tanti investitori, è fondamentale vigilare affinché non si inneschino speculazioni pericolose. Quanto ai risvolti sul turismo ogni novità è importante, ogni offerta in più è un valore aggiunto e tutto il settore è oggetto di nuovi stimoli a fare sempre di più e meglio a cominciare dalle riqualificazioni. Vediamo in ottica positiva che Cortina sia tornata molto appetibile». E così ecco che il Grand Hotel Savoia è nelle proprietà dell'imprenditore russo già proprietario del Lajadira ed impegnato nell'ostacolata ristrutturazione del centralissimo Ampezzo. Il nuovissimo DeLen, in via Cesare Battisti, nome in ladino del legno, è del Gruppo Bulgari, il Bellevue è di un Fondo di investimento e si parla a breve di una completa ristrutturazione pur essendo la grande struttura non datata.

LE CATENE


In Cortina sono entrate le grandi catene, da Marriot che intenderebbe ristrutturare il Dolomiti, a Radisson che si occupa del Savoia lo storico hotel che può vantare tra i suoi ospiti passati un grande numero di personalità celebri, tra i quali capi di Stato e stelle del cinema: Charlton Heston, Sophia Loren, Winston Churchill, Tolstoj, Umberto di Savoia, Franklin D. Roosevelt. Quanto ad ospiti se la gioca con Miramonti e il Cristallo. Che dire poi delle strutture più piccole ma altrettanto importanti come il Mountain Lodge Style della famiglia Alverà che mette a disposizione dei suoi ospiti tutto il necessario per vivere un'esperienza indimenticabile, fatta di relax, eleganza, gusto e benessere. Altre sono le proposte ma si sono anche dei punti grigi per non dire neri: strutture chiuse ed abbandonate da tempo come il centralissimo San Marco dirimpettaio della Basilica, l'Italia, lo storico Tiziano in quel di Campo che ha chiuso i battenti da quasi 40 anni e sul futuro del quale non ci sono mai nemmeno le più minime indiscrezioni. Come affermano Raffaello e Stefano Lorenzi nel loro volume, risultato di anni di ricerche, Cortina 2020-2040, storia di una comunità al tramonto?, «solo 1/3 dell'ospitalità alberghiera è gestita da residenti» e «buona parte dei residenti sono prossimi alla pensione e non si intravede un positivo cambio generazionale che porti i figli a rilevare le aziende di famiglia». Come dire il trend continuerà in questa direzione con buona pace degli albergatori che nel secolo passato hanno fatto la grande Cortina.

    
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Il Gazzettino