Lavori fantasma al Corinna, mutuo mai pagato: due assolti, "paga" tutto solo il terzo

L'hotel Corinna
VAL DI ZOLDO - Lo "scandalo" legato alla ristrutturazione dell'hotel Corinna di Forno di Zoldo, giunto davanti ai giudici della Corte d'Appello ha registrato due...

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VAL DI ZOLDO - Lo "scandalo" legato alla ristrutturazione dell'hotel Corinna di Forno di Zoldo, giunto davanti ai giudici della Corte d'Appello ha registrato due assoluzioni. Si tratta di Antonio Finato, 69 anni di Padova e difeso dall'avvocato Alessandro Baldina, e Ezio Carlon, 86 anni di Villa del Conte (Padova). Sconto di pena invece a quattro anni per Paolo De Rossi, 67 anni di Padova.

I FATTI
Nell'operazione per la trasformazione urbanistica di sei unità di tipo residenziale, in primo grado, erano finiti imputati in sette, ma quattro sono stati subito assolti. Inoltre alcuni reati erano stati prescritti. L'operazione immobiliare a Forno di Zoldo era iniziata male e finita ancor peggio, con una sentenza di fallimento. Uno degli assolti e De Rossi, per l'accusa, erano stati gli ideatori dell'affare attraverso la società Collina del Sole Srl, con sede a Padova, in via Tazzoli, dichiarata fallita il 24 febbraio del 2016, su richiesta della stesso magistrato. Secondo l'accusa utilizzando una serie di documenti falsificati con timbri del Comune di Forno di Zoldo e della Provincia di Belluno erano riusciti, con la complicità degli altri imputati, sempre secondo quello che era il capo d'imputazione, a ottenere nel 2011 da Banca Antonveneta un mutuo fondiario di 2,6 milioni di euro, di cui la gran parte erogati dopo la stesura del contratto di compravendita dell'immobile in ristrutturazione da parte della società Immobiliare Europea Srl. Per quel finanziamento Antonveneta non ha mai ottenuto il pagamento dei ratei. L'operazione immobiliare non è poi stata perfezionata. E gli amministratori di Collina del Sole sono stati travolti da una montagna di guai. E per l'accusa hanno occultato i libri contabili della società facendo sparire quasi mezzo milione di euro ed evadendo, sempre nel 2011, l'imposta Ires per un ammontare di 632mila euro. Al processo si era costituita parte civile anche la Monte dei Paschi di Siena, che ha chiesto un danno di 2 milioni e 250 mila euro. 

LA SENTENZA


Alla fine l'unica accusa rimasta in piedi è stata la bancarotta fraudolenta, mentre l'evasione fiscale, la truffa e il falso materiale in certificazioni amministrative sono tutte cadute un po' per assoluzioni e un po' per avvenuta prescrizione. Adesso i giudici lagunari hanno sentenziato l'assoluzione per altri due imputati, Finato e Carlon, lasciando come unico colpevole De Rossi. In particolare la Corte d'Appello ha sposato in pieno la linea difensiva dell'avvocato Barina, quando ha sottolineato come Finato sia intervenuto nei rapporti con la banca in maniera sporadica.

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Il Gazzettino