Hotel di super lusso a Ca' di Dio, nato nel 1272 come alloggio per i pellegrini. Cinquantotto i dipendenti, tutti veneziani Foto

Hotel di super lusso a Ca' di Dio
VENEZIA - Rispetto dell'autenticità dei suoi antichi spazi e coinvolgimento delle mani artigiane locali in ambito decorativo, architettonico e dell'illuminazione....

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VENEZIA - Rispetto dell'autenticità dei suoi antichi spazi e coinvolgimento delle mani artigiane locali in ambito decorativo, architettonico e dell'illuminazione. Questa l'essenza del nuovo luxury hotel Ca' di Dio inaugurato ieri e affidato alla direzione di Christophe Mercier, il quarto della collezione VRetreats dopo Roma e i due di Taormina, frutto di un recupero condotto dal Gruppo Alpitour a partire dal settembre 2019, che ha affidato l'intervento all'architetto e designer Patricia Urquiola. Un investimento di 25 milioni di euro che ha permesso all'edificio di proprietà Ipav, cui saranno destinati 1 milione e 400mila euro annui per 27 anni di tornare a nuova vita, pur tenendo traccia del suo passato.

Ca' di Dio a Venezia: la storia

Una storia, quella della Ca' di Dio a Castello, che affonda le sue radici nel 1272: da alloggio per pellegrini di passaggio verso la Terra Santa, a luogo d'accoglienza per donne sole in difficoltà. Una vocazione dunque all'ospitalità all'interno di una struttura rinnovata completamente nel 1544 dal Sansovino che è continuata fino al primo decennio del Duemila, quando assunse la funzione di casa di lusso ante litteram per anziani che potevano permettersi una retta elevata. Un edificio dunque che, come ricorda l'assessore alle Politiche della residenza, Simone Venturini, nei decenni passati non era accreditata come casa di riposo. «La sua esperienza fu archiviata perché ormai antistorica e per dare spazio alle nuove operazioni di apertura di strutture come quella di San Giobbe e delle Zitelle». Un immobile strutturato e concepito in modo tale da non prestarsi continua Venturini, evidenziando come l'inutilizzazione degli spazi dismessi già da tempo avrebbe rappresentato per l'Ente un costo enorme, sottraendolo ad altre attività a grandi stravolgimenti distributivi interni».

Il nuovo hotel Alpitur

«Ci siamo attenuti agli spazi che già esistevano, ha precisato Urquiola in occasione dell'inaugurazione di ieri (anche se l'hotel ha aperto i battenti già il 27 agosto scorso) adattandoci ai luoghi nei quali ci siamo mossi. Non c'è sovrapposizione, insomma, e questa è la cosa bella dell'hotel. Abbiamo tra l'altro un piccolo magazzino di cose che stiamo curando e che in questi mesi potrebbero venire alla luce». Cinquantotto i dipendenti, tutti veneziani (e perlopiù del Lido), 66 le stanze (57 suite e 9 camere deluxe), 3 le corti interne con orto e due vere da pozzo, ristorante Vero affidato allo chef Squeo e colazione servita da Essentia. E ancora, due altane con vista sul bacino di San Marco e una lobby ricavata dall'antica chiesa, illuminata da un lampadario di oltre 14mila cristalli in vetro di Murano. Forte inoltre l'attenzione alla sostenibilità (grazie all'utilizzo dell'acqua della laguna per la climatizzazione sarà possibile ridurre i consumi energetici del 20%), in un contesto in cui ogni elemento è orientato verso sfumature richiamanti il riflesso dell'acqua. «La nostra idea? Realizzare delle dimore con una forte identità storica che siano espressione della bellezza del Paese», ha spiegato Paolo Terrinoni, amministratore delegato VOIhotels. «Avere un immobile fatiscente da valorizzare ci ha indotto ad una riflessione le parole di Luigi Polesel, presidente Ipav E' un onore finanziare con i proventi di questa partnership la non autosufficienza e contribuire al welfare veneziano».

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Il Gazzettino