Ilaria, l'appello dei compaesani: «Pronti a mobilitarci: liberatela»

RESANA - Preoccupati. Ma anche pronti a mobilitarsi per chiedere che Ilaria venga liberata. I cittadini di Resana seguono con apprensione il caso della loro compaesana, la giovane...

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RESANA - Preoccupati. Ma anche pronti a mobilitarsi per chiedere che Ilaria venga liberata. I cittadini di Resana seguono con apprensione il caso della loro compaesana, la giovane hostess arrestata a Jeddah, in Arabia Saudita per possesso e consumo di droga: un grosso equivoco secondo la famiglia. Stando a quello che i De Rosa sono riusciti a ricostruire, la 23enne sarebbe finita nei guai per la canna che aveva un amico. Ed è tuttora detenuta nelle famigerate carceri saudite. In paese da giorni non si parla d’altro. L’apparato diplomatico si è attivato subito, con la Farnesina che sta dialogando con le autorità saudite per ottenerne la scarcerazione.

LA SOLIDARIETA’

Ma più di qualche resanese è convinto che si debba lanciare un segnale. «Una raccolta firme o un’iniziativa simbolica per sostenere la nostra concittadina e al tempo stesso esprimere solidarietà alla sua famiglia - suggerisce Viorica Timis del Fernanda’s bar -. Non risolverà la situazione ma sarebbe un gesto importante. Io sarei la prima a firmare una petizione per farla liberare». La pensano così anche i clienti del locale. «Si deve fare pressione, come opinione pubblica perché la politica a volte si piega a interessi economici tra i paesi coinvolti e si ottiene poco» osserva Massimo Moro. L’amico Giovanni, seduto allo stesso tavolo, è convinto che la ragazza si trovasse nel posto sbagliato al momento sbagliato, in un paese in cui la detenzione o anche solo il consumo di droga vengono puniti con severità. «Secondo me è stato un equivoco. Anche perché una hostess, per il lavoro che fa, è sottoposta a controlli periodici. Lei poi, abituata a viaggiare e a vivere all’estero, in un paese arabo, saprà certamente quali comportamenti da evitare per non finire nei guai. Probabilmente era insieme a qualcuno che aveva un po’ di droga leggera e ne sta pagando anche lei le conseguenze».

TIMORI E SPERANZE

Anche in un altro bar del centro si ragiona sulla sorte della 23enne. «È nel pensiero di tutti, anche di chi non la conosce direttamente - dice Giampaolo Miotto -. Siamo convinti che si tratti di un equivoco, ma non è facile dimostrarlo in un paese con regole così rigide. Siamo preoccupati e pronti ad aderire a eventuali iniziative di solidarietà e sostegno a Ilaria». Chi la conosce mai si sognerebbe di accostarla, neanche per sbaglio, a questioni di droga. «Speriamo che nel giro di qualche giorno la situazione si sblocchi e lei torni libera - auspica Sonia Mason, residente a Castelminio proprio come la famiglia della hostess -. L’Arabia Saudita non è un paese facile, soprattutto per una ragazza così giovane». Pensarla dietro le sbarre da due settimane per lo spinello di un amico (se la versione troverà conferma ufficiale) è un pensiero che tormenta i compaesani. «Se è innocente ed è stata incastrata la verità verrà a galla - afferma Carmelina mentre riaccompagna a casa il figlioletto -. Se fosse un personaggio pubblico o una figura di spicco forse a quest’ora sarebbe già libera. Da comune cittadina, invece, parte svantaggiata...». L’altra donna che è con lei, rivolge un incoraggiamento alla madre di Ilaria, da mamma a mamma: «La invito ad avere fede e a non perdere la speranza».

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Il Gazzettino