Homo sapiens, scoperta la presenza in Veneto: lo dicono i denti da latte

Homo sapiens, scoperta la presenza in Veneto: lo dicono i denti da latte
MESTRE - É una di quelle scoperte destinate ad incendiare il dibattito. É la prima volta infatti che la "scienza" riesce a dimostrare che l’Homo sapiens si è sovrapposto con...

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MESTRE - É una di quelle scoperte destinate ad incendiare il dibattito. É la prima volta infatti che la "scienza" riesce a dimostrare che l’Homo sapiens si è sovrapposto con quello di Neanderthal e che probabilmente potrebbe essere l’artefice della sua estinzione.




Il terreno della disputa è veneto-ligure, precisamente le grotte di Fumane del Veronese e Riparo Bombrini a Ventimiglia dove sono stati rinvenuti negli anni Settanta e Novanta due dentini da latte. Reperti che dimenticati fino a che un gruppo di scienziati coordinati dai professori Stefano Bonazzi, dell'università di Bologna, e Marco Peresani, dell'università di Ferrara, non hanno li hanno analizzati. Sorprendente il risultato che è stato pubblicato nella edizione odierna della prestigiosa rivista "Science".



Di fatto i due dentini appartengono all’Homo sapiens e vengono datati 40mila anni fa. «Stavo lavorando su un periodo che va da 40 a 45mila anni fa - spiega il professor Bonazzi - Quello che era interessante scoprire era se la scomparsa dell’uomo di Neanderthal fosse o meno sovrapponibile con l’arrivo dell’Homo sapiens e se in qualche modo quest’ultimo fosse responsabile della sua scomparsa».



I due reperti, piccolissimi incisivi da latte attribuiti ad un bimbo, sono così stati analizzati con una microtomografia computerizzata che ha rivelato che essi appartengono ad esemplari di Homo sapiens e non di Neanderthal, come erroneamente si era finora pensato. «Si sapeva che l’Homo sapiens era arrivato in queste terre - continua il professore - Ora sappiamo che probabilmente ha avuto anche un ruolo fondamentale. Ma su questo ci aspettiamo si aprirà un fortissimo dibattito tra gli studiosi».

Le differenze tra i due "uomini" sono marcate. Il Neanderthal è più basso e tarchiato, ha un torace a botte, arti corti, cranio allungato e mascella protusa, apertura nasale ampia e un doppio arco sopra i sopraccigli. L’uomo moderno è più fragile, alto, con arcate meno voluminose e massiccio facciale più delicato ed è più recente.

«La scoperta che abbiamo fatto apporta un importante tassello al dibattito su chi siamo noi e su cosa sia realmente accaduto in quel periodo - aggiunge il professor Bonazzi - É più di un centinaio di anni che la scienza si interroga su questi temi senza trovare una risposta. Ricordo che i reperti disponibili si contano davvero sulle dita di una mano».



Gia nel 2011 il professor Bonazzi aveva pubblicato un articolo scientifico sui dentini da latte trovati nel Sud Italia. E se fino a poco tempo fa si poteva pensare che la prima presenza dell’Homo sapiens in Europa fosse stata trovata nella Grotta del Cavallo, cavità carsica nella Baia di Uluzzo, a Porto Selvaggio, Nardò (Lecce), come testimoniato nell’articolo del professor Bonazzi pubblicato su "Nature", oggi gli scenari cambiano notevolmente: ci sono anche Veneto e Liguria. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino