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VENEZIA - Hamed ha fatto la sua fortuna in Italia, aprendo a Venezia una serie di locali etnici famosi in tutta la città. In queste ore drammatiche per l'Afghanistan la sua preoccupazione è per Zahra, la sorella di 32 anni, unico membro della famiglia rimasto a Kabul. Da anni attivista dei diritti umani e delle donne ora che i talebani hanno conquistato la capitale teme per la sua vita.
«In questo momento - racconta Hamed, 40 anni tra qualche giorno - è davanti all'aeroporto, sta cercando di entrare perchè alcuni amici italiani vogliono metterla in salvo in un presidio protetto».
Talebani, cosa vietano alle donne
Prima che la situazione precipitasse Zahra stata per aprire a Kabul il suo secondo ristorante. «Era contenta di quello che faceva - spiega - ma si è esposta sempre sui giornali e nelle manifestazioni ed essendo donna ora è particolarmente a rischio». Hamed ha quattro ristoranti, «erano sei prima del Covid» precisa: ora è pronto a fare di tutto per far venire in Italia anche la sorella. «Mi piacerebbe che anche il governo italiano, sull'esempio di quanto fatto dal Canada - propone - offrisse dei visti speciali come atto simbolico ma concreto della volontà di aiutare le donne, le più esposte in questo momento, ma soprattutto le donne che come mia sorella si sono sempre battute in prima linea e a viso aperto per i diritti civili». Sarebbe un modo per Zahra di ripercorrere le stesse orme del fratello: invitato nel 2006 alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare un cortometraggio, Hamed non se ne è più andato e ha costruito la sua fortuna tra le calli di Venezia.
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Il Gazzettino