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TRIESTE - Arrivano alla spicciolata a bordo di pullman, van e auto private. Vengono fermati al valico di Fernetti per i controlli. «Ed è questo il momento in cui realizzano di essere profughi» e il dramma che stanno vivendo. A raccontare le storie di chi scappa dalla guerra in Ucraina è Barbara Molinario dell'Unhcr, al confine con altri operatori dell'agenzia Onu. «Da giorni stiamo monitorando i transiti su Trieste - spiega - l'impressione è che attraverso questo valico passino circa mille persone al giorno. La gran parte sa dove andare, ha parenti o amici a cui chiedere ospitalità in varie città. Sono in viaggio da giorni e arrivati in Italia, fermati al confine, per la prima volta realizzano di essere profughi, realizzano quello che sta accadendo nel loro paese». Al confine ci sono polizia, esercito, carabinieri. E anche gli operatori dell'Unhcr.
«Identifichiamo vulnerabilità, diamo contatti telefonici e le prime informazioni.
Il Gazzettino