PORDENONE - Non c'è pioggia o troppo vento che possano fermarlo. Giovanni Rampogna, che tra qualche giorno compirà 84 anni, continua a girare per la...
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Rampogna, persona schietta e accorta, ama e allo stesso rispetta la sua Pordenone. «Non tollero quegli incivili che, al posto di attuare una corretta raccolta differenziata, scaricano i rifiuti, spesso anche ingombrati, sul ciglio delle strade. Non lo capivo allora - batte i pugni - , non lo concepisco adesso che il grado di istruzione tra le persone si è elevato. È tutta questione di educazione e di senso civico che, sempre più, dovrebbero essere insegnati a scuola. Quando il cassonetto è pieno, il sacchetto di plastica o la carta andrebbero riportati a casa. Invece, purtroppo, non è così: si lasciano dove capita, in bella vista, all'interno di un fosso o in mezzo ad un campo. Non ho mai avuto da ridire circa il prelevamento e il trasferimento operati da Gea e dai suoi addetti. Qualcosa avrei da dire, invece, sullo stato in cui versano alcuni cassonetti dell'immondizia. Quelli che si trovano in via Chioggia, per esempio, hanno le pareti di gomma logore. E non sono gli unici ad essere così in città. Nel tempo ho potuto constatare, inoltre, come non venga attuata una pulizia costante all'interno dei raccoglitori: specie durante il periodo estivo, questa mancanza può causare cattivi odori e generare malcontento tra i cittadini». Rampogna quando vede qualcosa che non va chiama tempestivamente gli uffici di via Savio. «Chiedo cortesemente che qualcuno possa ripulire un'area degradata oppure - spiega l'anziano - faccio osservare che gli addetti non sono passati a svuotare il cassonetto. Qualcuno magari non mi sopporterà più sorride ma io sono fatto così: quando vedo qualcosa che non va, la denuncio. A modo mio. E non mi limito soltanto a telefonare a Gea: capita spesso che per qualche sacchetto lasciato fuori dai bidoni scenda dalla bicicletta, lo raccolga e le conferisca correttamente. Sono pignolo? No, mi ritengo una persona civile ed educata».
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Il Gazzettino