VENEZIA - Settemila indici puntati contro le multinazionali hanno caratterizzato la giornata di manifestazione a Venezia in difesa del clima. Al corteo, riunitosi in Campo...
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La stessa Greta Thunberg - la ragazzina svedese diventata simbolo della protesta mondiale dei giovani "green" - ha scelto Venezia come città-simbolo del "Friday" di manifestazioni in tutto il mondo, twittando l'immagine del corteo veneziano.
L'Sos sull'emergenza clima "Non c'è una pianeta B" è stato raccolto dal Veneto, dal Friuli Venezia Giulia e dal Trentino-Sudtirolo in maniera compatta da migliaia di studenti con sit in, flash mod ed happening in tutta Regione, con epicentro a Venezia. Qui, al punto d'incontro alla stazione ferroviaria, una massa colorata di 5 mila giovani ha dato vita ad un corteo animato e festoso che si è mosso tra le calli con meta in Campo Sant'Angelo. La fiumana pacifica ha fatto sosta, con un sit in, davanti alla sede della Rai esponendo lo striscione che apre il corteo ('Vogliamo respirare il nostro futuro, ci avete rotto i nostri polmonì si legge), improvvisando poi, con il suono delle sirene, un ipotetico allarme atomico, osservando infine un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del clima ma anche del nucleare. « Venezia sarà la prima ad affondare. Noi studenti non possiamo più rimanere fermi a guardare. Vogliamo investimenti per una scuola e un pianeta che non ci lasci con l'acqua alla gola» ha osservato Viola Valabrega, coordinatrice Reti Studenti Medi di Venezia.
Il corteo si è mosso ripetendo all'unisono, come una mantra, lo slogan, in inglese, preso a prestito da tutti i manifestanti del mondo ("siamo incontrollabili, un altro mondo è possibile"). Decine e decine i cartelli, molti anche su temi ambientali più legati alla città lagunare come "No Grandi Navì", '"Venezia 2050" accompagnato dal disegno del campanile di san Marco sommerso dall'acqua per finire a quello più goliardico in cui si sottolinea che "Nel 2050 non ci sarà più ghiaccio per gli spritz. Zero spritz, moriremo tuttì". Parte dei manifestanti, avevano maschera e boccaglio a rammentare che Venezia è la città più a rischio da un punto di vista di innalzamento del livello del mare.
«Abbiamo l'acqua alla gola per colpa del surriscaldamento globale e dell' innalzamento del livello del mare» ha spiegato Tommaso Biancuzzi, Coordinatore Regionale Studenti Medi Veneto.
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Il Gazzettino