Green Pass, la rivolta dei baristi: «Noi non controlleremo i clienti»

No Pass in centro a Padova
PADOVA - Un numero sempre più alto di baristi e ristoratori è pronto a violare la legge evitando di chiedere il Green pass ai clienti. No, questa volta a dirlo non...

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PADOVA - Un numero sempre più alto di baristi e ristoratori è pronto a violare la legge evitando di chiedere il Green pass ai clienti. No, questa volta a dirlo non sono gli sfoghi sui social e nemmeno i manifestanti in piazza. Il quadro della protesta emerge da un sondaggio ufficiale fatto dall’Appe (associazione di categoria dei pubblici esercizi) coinvolgendo 113 attività considerate un campione rappresentativo dei locali padovani. L’associazione ha già espresso forti critiche al decreto, senza ovviamente invitare ad eludere le norme. Le risposte degli esercenti, però, dicono che uno su quattro non ha intenzione di richiedere il certificato verde all’ingresso. L’altro dato importante riguarda il fatto che sei gestori su dieci già prevedono un calo di fatturato dovuto alla nuova misura. 


LA DOMANDA
Il sondaggio ha coinvolto principalmente bar e ristoranti di tutta la provincia ma anche pizzerie, gelaterie, pasticcerie e pub. La domanda principale riguarda la verifica del Green pass, prevista dal 6 agosto per tutti quei clienti che consumano seduti all’interno. La maggioranza (44%) risponde così: «Effettuerò verifiche ma sicuramente ci saranno problemi organizzativi». La seconda risposta più frequente (25%) è quella di chi «non intende effettuare alcuna verifica». L’8% è convinto che non ci saranno problemi particolari e i restanti stanno ancora valutando ogni aspetto. 


GLI INCASSI
In tutta la provincia contiamo tremila locali di ogni tipo e quelli sprovvisti di plateatico sono la metà. Per 1.500 attività, dunque, la ripartenza presenta subito una nuova salita. Domanda: «Quanto impatterà negativamente il Green pass sulla tua attività?». Il 27% risponde «Molto, perché effettuo servizio prevalentemente al chiuso». Oltre la metà risponde «abbastanza» e il 21% ritiene che la nuova misura inciderà poco: sono quei bar che lavorano quasi esclusivamente con i tavolini esterni, molto diffusi soprattutto nel centro storico di Padova. 
Ma quali saranno questi effetti negativi? Per il 62% dei gestori ci sarà un calo della clientela (e di conseguenza dei fatturati), per il 42% ci saranno maggiori costi e il 33% si attende addirittura recensioni negative. 


Filippo Segato, segretario Appe, scruta le risposte e scuote la testa. «Sarà un disastro. La rapidità con cui sono arrivate è la cartina tornasole della preoccupazione con cui i ristoratori vivono questa fase. Dal 6 agosto cambierà tutto e da accoglienza si passerà quasi ad inquisizione. Un esercente su quattro ha dichiarato che non potrà procedere alle verifiche dei Green pass. Per certe attività che lavorano con ritmi molti veloci non si può perdere tutto quel tempo facendo domande e chiedendo documenti. Chiediamo che la norma cambi e la responsabilità diventi solo dei clienti con un’autocertificazione. Gli esercenti si impegneranno a informare, vigilare e sensibilizzare, ma senza un compito che compete alle forze dell’ordine». 


Appe aveva già scritto una lettera, firmata dal presidente Erminio Alajmo, rivolta a tutti i parlamentari padovani. Il decreto è definito «iniquo e ingiusto». Al 6 agosto manca sempre meno e la tensione è sempre più alta. Per questo motivo - nonostante la curva del contagio stia tornando a salire e i ricoveri a Padova siano in aumento - alle manifestazioni di piazza stanno partecipando sempre più ristoratori. 

 

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Il Gazzettino