Green pass obbligatorio in azienda, le Rsu dell'Electrolux: «Sciopero»

Le rappresentanze sindacali dell'Electrolux annunciano battaglia sull'obbligo di Green pass in azienda
TREVISO - I lavoratori dell’Electrolux sono pronti a incrociare le braccia dopo l’annuncio dell’introduzione del Green Pass obbligatorio in tutti i luoghi di...

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TREVISO - I lavoratori dell’Electrolux sono pronti a incrociare le braccia dopo l’annuncio dell’introduzione del Green Pass obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro a partire dal 15 ottobre. «Lo sciopero ora è necessario», scandisce Augustin Breda, storico esponente delle rappresentanze sindacali interne dello stabilimento di Susegana, in antitesi con la stessa categoria di appartenenza, la Fiom Cgil. I termini sono durissimi e il dado sembra ormai tratto. «Trovo la decisione del governo e dei partiti, in accordo con imprese e sindacati, una delle peggiori prove antidemocratiche del dopoguerra – spiega Breda – ciò pur da sostenitore dell’utilità dei vaccini, che sono comunque e tutt’ora classificati come sperimentali (aspetto, quest’ultimo, più volte smentito dalle autorità sanitarie, ndr)».


LE CONTESTAZIONI
Nella propria autonomia, le Rsu dell’Electrolux contestano su tutta la linea il percorso imboccato per cercare di aumentare le coperture vaccinali contro il coronavirus. «La violenza verbale e la pressione istituzionale con cui in Italia, e solo in Italia, si descrive e si trattano i cittadini che, nel rispetto della legge, scelgono di non vaccinarsi – mette in chiaro l’esponente delle rappresentanze sindacali – rappresenta uno dei volti peggiori dell’ignobile discriminazione di Stato». La critica coinvolge anche il nodo dei tamponi a pagamento. Sottoponendosi al test, ovviamente con esito negativo, anche le persone che non si sono vaccinate possono ottenere il Green Pass per almeno 48 ore. L’accertamento, però, non diventerà gratuito. O meglio, sarà gratis solamente per chi non può fare il vaccino per motivi di salute. Per tutti gli altri, invece, è stato previsto un prezzo calmierato di 15 euro.


LA SEGRETERIA CGIL


In tutto ciò, la Fiom Cgil di Treviso ci va con i piedi di piombo, senza entrare nel merito dello sciopero annunciato. «Noi vogliamo che il governo si assuma fino in fondo la responsabilità politica che gli spetta, e quindi si arrivi all’obbligo vaccinale – chiarisce il segretario generale Enrico Botter – la tutela della salute pubblica supera qualunque logica o interesse individuale». Allo stesso tempo, la sigla sindacale auspica che i tamponi possano diventare almeno temporaneamente gratuiti. «Crediamo che in questa fase sia necessario che all’obbligo del Green Pass si accompagni una fase transitoria in cui il tampone sia gratuito – tira le fila Botter – per chiudere, poi, riteniamo che vada risolta la questione della quarantena non pagata dall’Inps: il sistema di tracciamento va sostenuto, non ostacolato».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino