Greenpeace, denuncia-choc: «Un fiume di plastica in arrivo in Polesine»

Il letto di bottiglie di plastica sul Canalbianco
CASTELNOVO BARIANO - «Un fiume di plastica. La siccità, ci fa vedere ciò che i fiumi trasportano. Siamo in Veneto, non in Asia, lungo una chiusa nel...

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CASTELNOVO BARIANO - «Un fiume di plastica. La siccità, ci fa vedere ciò che i fiumi trasportano. Siamo in Veneto, non in Asia, lungo una chiusa nel bacino del Po. Bisogna ridurre subito il consumo di plastica usa e getta».

Un post su Twitter di Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia dal 2015, è divenuto ben presto virale. E la chiusa ripresa nelle fotografie è quella sul Canalbianco, fra Legnago e Castelnovo Bariano, in località Torretta. Gli scatti postati sui social network, risalenti al 3 aprile, documentano l’accumulo di una quantità esorbitante di rifiuti, decine e decine di bottiglie e flaconi di plastica.   Uno spettacolo che atterrisce. Il problema è sul tavolo da tempo, soprattutto in considerazione dello stato di salute dei nostri mari, tanto che nella serata di giovedì il Consiglio dei ministri ha varato un disegno di legge, ribattezzato appunto “legge Salva mare”, che prevede “dispositivi premiali” per i pescatori che raccolgano plastica dalle acque del mare. In assenza di norme specifiche, prima i pescherecci che portavano a terra la plastica rimasta impigliata nelle loro reti rischiavano addirittura di venire denunciati per gestione non autorizzata dei rifiuti.
CANALBIANCO
Le foto della conca di navigazione sul Canalbianco, a pochi metri dal ponte di Torretta, che collega Castelnovo Bariano a Legnago, sono emblematiche, ma non rappresentano purtroppo un caso isolato. Perché i rifiuti che si accumulano a ridosso di quelle porte vinciane si ripropongono in molte delle chiuse di fiumi e canali, soprattutto in questo periodo in cui una siccità fuori stagione, sta mettendo a nudo il cattivo stato di salute ambientale dei corsi d’acqua polesani, come in tutto il resto del Paese.

Fra l’altro, nonostante le piogge di questi giorni, la situazione dal punto di vista della risorsa idrica, così come la definisce Arpav nel bollettino datato 31 marzo, è preoccupante: «Le portate dei maggiori fiumi veneti, in deciso calo dalla prima decade di febbraio, risultano nettamente inferiori alle medie storiche. La portata media di marzo si attesta tra il 25° ed il 50° percentile per l’Adige a Boara Pisani, tra il 5° ed il 25° percentile per il Brenta a Barziza e per il Bacchiglione a Montegalda e addirittura inferiore al 5° percentile per il Po a Pontelagoscuro la cui portata media risulta superiore solamente a quella dei mesi di marzo del 1981 e del 1990. Di conseguenza la portata media di marzo è risultata ovunque inferiore alla media storica mensile: -15% sull’Adige a Boara Pisani, -40% sul Brenta a Barziza, -54% sul Bacchiglione a Montegalda e -51% sul Po a Pontelagoscuro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino