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Più duri dei camalli di Genova, i portuali di Trieste tirano dritto. Da domani sarà sciopero contro il Green pass: «L'idea è quella di proseguire ad oltranza, fino a quando non otterremo ciò che vogliamo», cioè la cancellazione dell'obbligo di presentare la certificazione verde nei luoghi di lavoro, non ritenendo sufficiente nemmeno la soluzione dei tamponi gratuiti. Quest'ultima è comunque la richiesta che il sindacato Cisl ha presentato a Venezia, dove tuttavia «non sono emerse criticità di rilievo» dopo il vertice fra il Porto e la Prefettura.
IL BLOCCO
La circolare del ministero dell'Interno, che sollecitava le imprese del settore a valutare l'opzione dei test gratis per i dipendenti («Ricatto inaccettabile», sibila Luigi Merlo, presidente di Federlogistica), è stata respinta dal Coordinamento lavoratori portuali Trieste. «Chiediamo a tutti di continuare anche loro, come possono, a portare avanti questa giusta lotta afferma lo stesso Clpt in difesa del diritto al lavoro e della libertà personale. Principalmente bloccando anche loro il lavoro a partire dal 15 e fino a quando sarà necessario». Intanto fino al 20 ottobre. Il portavoce Stefano Puzzer si è mostrato più che ottimista con l'Huffington Post: «L'unica apertura che possono avere nei nostri confronti è togliere il Green pass. Il blocco di venerdì è confermato, oggi (ieri, ndr.) ci saranno sorprese perché non si fermerà solo il porto di Trieste. Anche quello di Genova? Non mi fermerei a quello di Genova, quasi tutti i porti si fermeranno».
Portuali di Trieste: «Se il governo posticipa l'obbligo di Green pass, domani non scioperiamo»
GLI ALTRI
A sentirne i responsabili, per la verità, il quadro appare diverso.
GLI EFFETTI
Si fanno invece già sentire i primi effetti a Trieste. Si ventila ormai la possibilità che i camion di Ferrari e Mercedes, al rientro dalle forniture dei ricambi per il Gp di Turchia, vengano dirottati nel porto francese di Sète o evitino il transito marittimo viaggiando via terra. «Il danno grosso c'è già quando si inizia a pensare allo stop, non serve che ci sia materialmente», spiega infatti Enrico Samer, patron di Samer&Co Shipping. Zeno D'Agostino, presidente dell'Autorità dei sistema portuale del mare Adriatico orientale, minaccia le dimissioni a TgCom24: «La mia amarezza è tanta, tant'è che di fronte a un blocco ad oltranza del porto saluterò tutti e me ne andrò da un'altra parte, perché vorrebbe dire che tutto quello che abbiamo costruito verrebbe distrutto. Se il Porto di Trieste viene utilizzato per questi fini, che lo facciano senza di me». Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, è preoccupato: «Rischiamo di fare un danno enorme, non soltanto all'economia della città ma anche a tutti quei lavoratori che con l'indotto del Porto lavorano». Intanto i duri del Clpt sono diventati gli idoli dei No pass: «In questi giorni stiamo ricevendo migliaia di mail, telefonate, WhatsApp. Sono semplici messaggi di vicinanza e sostegno, ma anche offerte di matrimonio per i portuali...».
Il Gazzettino