Green pass per visitare la mostra, l'artista annulla l'evento: «L'arte non è discriminazione»

Marta Farina
BELLUNO - Tra le mostre di Oltre le Vette ci sarebbe dovuta essere anche la sua. L'aveva attesa, coccolata nel pensiero e aveva già scelto le opere per...

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BELLUNO - Tra le mostre di Oltre le Vette ci sarebbe dovuta essere anche la sua. L'aveva attesa, coccolata nel pensiero e aveva già scelto le opere per l'allestimento: l'occasione, d'altra parte, era importante perché si trattava della prima grande personale nella sua città. Una piccola esposizione c'era già stata, per la verità, nel 2008, all'Auditorium, ma gli spazi contenuti avevano imposto l'esposizione di poche opere. Quella nel foyer del Teatro Comunale no, sarebbe stata diversa. Ma non c'è stata, perché Marta Farina ha deciso che non era il momento. «Per me era un appuntamento molto importante raccontava ieri, raggiunta al telefono -, ma alla fine ho scelto di non farlo e di aspettare. Ci saranno altre occasioni, mi dico, no?».

IMMAGINE SIMBOLO
Il resto dei suoi pensieri l'ha affidato al popolo di Facebook, in un lungo post pubblicato ieri, 26 ottobre, sul proprio profilo. Un fiume in piena di pensieri e di emozioni, tenute dentro durante le giornate della rassegna e buttate fuori solo il giorno dopo la conclusione del programma. A Oltre le Vette ci tiene, è stata lei a disegnare l'immagine di questa 25esima edizione appena conclusa e in più occasioni in queste settimane ha dichiarato di essere molto fiera di questa collaborazione. Aveva lavorato con Flavio Faoro già nel 2019 per Barbarina e i nove colombi, opera di cui aveva firmato le illustrazioni. Stavolta la dicotomia che sta dividendo le persone sulla questione green pass ha fatto saltare il progetto.

LO SFOGO
«Il 9 ottobre 2021 avrei dovuto inaugurare una mia mostra personale presso il Teatro Comunale di Belluno scrive l'artista -. L'uso del condizionale è però d'obbligo, poiché non ho concretamente lì allestito alcuna esposizione, né ho partecipato ad alcun evento nell'ambito di Oltre le Vette. Nella scorsa primavera avevo iniziato felicemente a selezionare le opere, a preparare relative cornici e didascalie, ragionando su un percorso espositivo rappresentativo della mia produzione di illustratrice e artista soprattutto dell'ultimo decennio, con l'intenzione di proporre al pubblico per lo più lavori in precedenza esposti all'estero. Mai avrei pensato però di doverla annullare. Nessuno mi ha obbligato a farlo, sai chiaro. Si tratta di una decisione che io stessa ho preso autonomamente, dopo che lo scorso agosto il governo ha introdotto l'obbligo di presentare il cosiddetto green pass in tutti i luoghi della cultura. Ho immediatamente sentito che non avrei voluto che nessuna mia mostra fosse allestita, inaugurata e soprattutto visitata soltanto da una parte della popolazione, escludendone ingiustamente di fatto un'altra parte. Io stessa non possiedo né ho mai posseduto il green pass. Lo reputo uno strumento di coercizione, di divisione sociale, un ingiusto mezzo ideato per tentare di penalizzare una parte della popolazione. Così ho comunicato agli organizzatori, non senza dispiacere, la mia decisione di non allestire la mostra».

LA REAZIONE


L'organizzazione, da parte sua, non ha potuto fare altro che prendere atto della decisione, comunque comunicata prima che tutto il materiale relativo al programma andasse in stampa. «L'artista ci ha comunicato la decisione in tempo spiega Valeria Benni, coordinatrice della rassegna -, noi chiaramente non condividiamo in generale questa posizione, ci è dispiaciuto, ma abbiamo rispettato la sua scelta. Se verrà recuperata in futuro? Non si sa, ancora non ne abbiamo parlato».
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Il Gazzettino