Vincono i dipendenti: alla Cementi Rossi cestino da pic nic per chi non ha il green pass

Gli operai della Cementi Rossi
PEDEROBBA - Hanno vinto i dipendenti. Chi non ha il Green pass avrà il cestino pasto. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione e il ventilato sciopero l'azienda...

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PEDEROBBA - Hanno vinto i dipendenti. Chi non ha il Green pass avrà il cestino pasto. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione e il ventilato sciopero l'azienda Cementi Rossi di Pederobba, ieri, 25 agosto, ha fatto marcia indietro e ha inviato un comunicato in cui assicura che da ieri, appunto, i lavoratori sprovvisti di Green pass possono ritirare un cestino pasto fornito dallo stabilimento, ma la consumazione rimarrà al di fuori della mensa come previsto dalla decisione del Governo.

LA STORIA
Due settimane fa Cementi Rossi aveva consentito l'ingresso alla mensa al solo personale dipendente in possesso di certificazione verde costringendo i lavoratori sprovvisti a consumare il pranzo al sacco sul greto del Piave o sotto il gazebo del cortile aziendale. Tuttavia secondo i sindacati, l'azienda era andata ben oltre la legge e ai dipendenti non muniti di Green pass non veniva fornito pasto al sacco, nè bonus ristoro in busta paga o ticket restaurant per il turno di notte, quando la mensa è chiusa. Una sospensione, quindi, del diritto al pasto. «È stato un evento molto strano perché il rapporto tra dipendenti e azienda è ottimo e la direzione è sempre vicina ai lavoratori e alle loro necessità -dice Matteo Capovilla, Rsu Fillea Cgil Cementi Rossi- questa volta è stato un fulmine a ciel sereno, c'è stata molta fretta, forse per incentivare e forzare una campagna vaccinale, per far sì che anche i lavoratori in dubbio si avvicinassero alla vaccinazione».

IL CONFRONTO
Ieri mattina c'è stato il confronto sfociato nell'accordo: l'azienda consentirà comunque il pasto a tutti i dipendenti, come previsto da contratto. I lavoratori e i sindacati sono soddisfatti. «Ci siamo avvicinati allo sciopero ma sarebbe stato un duro colpo sia per noi che per la produttività dell'azienda, un'industria a ciclo unico in cui il fermo del forno significa danni economici per migliaia di euro e giorni di lavoro buttati. Lo sciopero sarebbe stato il fallimento della trattativa e la direzione era preoccupata» dichiara un dipendente. Ieri il cambio di rotta.


«Io mi auguro che tutti si vaccinino ma continuerò anche a combattere per i diritti di tutti lavoratori, uno tra questi quello del pasto - continua Capovilla, che sottolinea come all'inizio della pandemia l'azienda abbia sostenuto la differenza in salario per la cassa integrazione - La maggioranza dei dipendenti è munita di Green pass, ma molti per solidarietà hanno accompagnato sul greto del Piave quella minoranza che si doveva portare il pranzo da casa. Tra un paio di mesi, con il freddo, le piogge e la piena del fiume non sarà più possibile e sfrutteremo il gazebo messo a disposizione dallo stabilimento».
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Il Gazzettino