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VENEZIA - L'assessore alla Sanità della Regione del Veneto, Manuela Lanzarin, conferma: «Stiamo ricevendo tantissime segnalazioni, anche se il sistema è gestito a livello centrale e non regionale. Il consiglio che diamo è di chiamare la propria Ulss». La vicenda riguarda le persone che hanno preso il Covid, sono guarite, hanno fatto solo una dose di vaccino come previsto, ma non riescono ad ottenere il Green pass. Il sistema le respinge, esigendo anche la seconda somministrazione del siero. Che, però, per chi è stato contagiato non può essere inoculata. Resta il fatto che chi finisce in questo limbo, non riuscendo ad avere il Green pass, si vede limitata la vita sociale: niente ristorante, niente pizzerie, niente teatro, niente stadio. A meno di farsi un tampone ogni 48 ore.
LA REGOLA
Di norma dovrebbe funzionare così: chi è entrato in contatto con Sars-CoV-2 ed è risultato positivo alla malattia, una volta negativizzato riceve un documento su cui è indicato il termine della validità.
LA RICHIESTA
«Le persone che si trovano in questa situazione devono rivolgersi alla propria Ulss, per la precisione al Servizio di igiene e sanità pubblica», dice l'assessore Lanzarin. «Se una persona ha avuto il Covid ed è guarita, c'è l'esito di un tampone che attesta la positività e poi la successiva negativizzazione», dice il direttore generale della Sanità veneta, Luciano Flor. Significa che vanno cercate le carte ed è un lavoro che va chiesto all'Ulss.
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