Primo green pass nel 1713: un lasciapassare durante la pestilenza

Il lasciapassare durante la peste a Sacile
SACILE - Mentre l'Italia e l'Europa attendono il green pass - il nuovo documento che consentirà alle persone di muoversi all'interno dei propri Paesi e...

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SACILE - Mentre l'Italia e l'Europa attendono il green pass - il nuovo documento che consentirà alle persone di muoversi all'interno dei propri Paesi e all'estero dimostrando di o essere vaccinati, o aver fare fatto un tampone negativo o essere guariti - per Sacile e i sacilesi il documento non rappresenta una novità. Era infatti il 29 gennaio 1713, quando il Provisores Salutis Sacili (provveditori per la salute di Sacile), rilasciavano a 2 donne sacilesi, una di 56 anni e una di 15 anni, un documento amministrativo ufficiale, cartaceo, gratuito (attuale pass), nel quale spicca, nella parte alta, lo stemma del Comune di Sacile e quello della Serenissima.

IL TESTO
Nella fascia centrale vien riportato in originale il testo del pass con il quale erano autorizzate a lasciare Sacile: Si partono da questa città libera, per gratia di Dio, da ogni sospetto di mal contagioso gl' infrascritti, à quali si può dar in ogni luoco libera prattica. Nella parte inferiore sono descritte le due donne beneficiarie del pass, B.D.B 58 anni, pelo castagno, statura alta e P.G. 16 anni, pelo castagno, statura bassa, quindi la firma Vando Vando. Il documento, scoperto da un sacilese topo di mercatini dell'antiquariato, sempre alla caccia di qualche perla che testimoni momenti felici o dolorosi della vita sacilese, ha stimolato lo storico topo d'archivio Elvi China che si è buttato anima e corpo nella ricerca, utilizzando fonti di Giuseppe Vale Regesta della Comunità di Sacile, e di Giuseppe Marchesini Annali per la storia di Sacile.

LA PESTE A SACILE
Scoprendo che la città ha vissuto nella emergenza per la peste fin dal 1461 anno in cui in città scoppiò una grave epidemia di peste che procurò una ventina di morti in 15 giorni, così come nel 1466 per la peste si decise di scavare le fosse e seppellire i morti, mentre nel 1468 si scopre che viene deliberato di costruire un lazzaretto per ricoverare gli incurabili. Nel 1497 certo Sanudo Marin scriveva che a Sazil si moriva di peste. Il 2 agosto 1503 veniva addirittura deciso addirittura di non fare il Mercato di San Lorenzo (Sagra dei osei) causa il morbo. Nove anni dopo, 1512 peste a Sacile che si ripresenta nel 1515 anno in cui sono stati eletti i Provveditori contra pestem. Ancora nel 1572 a Sacile si prendono provvedimenti contro il pericolo di peste che fa strage nei paesi vicini. Il 1577, e qui si conclude la accurata ricerca del dottor China , è stato l'anno in cui in Tutta Italia scoppiò una spaventosa pestilenza che lacerò le principali città venete e in Friuli infuriò una orribile epidemia di peste.

LE REGOLE


Ma China è andato oltre scoprendo anche quali regole sono state adottate in città: Il Magnifico Consiglio eleggeva i provisores contra peste (i provveditori contro la peste) o provisores salutis Sacilli (i provveditori per la salute di Sacile). Per la circolazione dentro e fuori città da parte delle persone doveva essere acquisito un pass ufficiale, cartaceo, gratuito, rilasciato dall'autorità comunale competente. C'erano particolari disposizioni per i mercanti che arrivavano da luoghi appestati per i quali era obbligatoria la quarantena. Infine si era provveduto alla costruzione del lazzaretto per il ricovero degli incurabili e pericolosi per la contagiosità del male, e soprattutto la vigilanza era rigorosa. Oltre cinquecento anni dopo la storia si ripete: i sacilesi ora come allora sono in attesa del pass che consentirà di muoversi anche all'estero,ora però non sarà firmato dal sindaco ma dai provisores contra pandemia.
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Il Gazzettino