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TREVISO - «Un politico d'altri tempi. Mosso da una grande passione». Il ricordo di Graziano De Biasi, 79 anni di Breda, socialista, ex assessore e vicepresidente della Provincia tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, papà del parco dello Storga, è questo. Quando domenica primo maggio si è spento nella casa di riposo di San Giuseppe dove era ospitato da qualche giorno, la notizia si è diffusa in un lampo. Così come lo sconcerto. Con De Biasi si chiude un capitolo importante della politica trevigiana. «Non ho mai conosciuto nessuno con quella passione viscerale per la politica e per il civismo», ammette il vicesindaco Andrea De Checchi, che di De Biasi è il genero. Ma sono in tanti a ricordarlo, con ancora bene impresse nella memoria le battaglie in consiglio provinciale, nelle riunioni di partito. «Graziano - ricorda Franco Rosi, che ha diviso anni di militanza politica al tempo del Psi - era uno di quei politici per cui non era importante se un consiglio provinciale o comunale finiva alle tre di mattina. Importante era la discussione, il confronto. Erano le idee».
LA STORIA
De Biasi ha sicuramente segnato un'epoca. All'interno del Psi la sua era la corrente alternativa a quella di Maurizio Sacconi, poi diventato ministro del Lavoro nei governi Berlusconi.
CADUTA E RISALITA
De Biasi è sempre rimasto profondamente legato al suo comune, Breda di Piave. Negli anni Sessanta fondò la sezione locale del Psi e nel 2102 entrò in amministrazione come vicesindaco. Il periodo più nero nella sua carriera è arrivato nel 1992 quando, nel pieno di Tangentopoli, venne accusato di aver intascato due milioni di lire per consentire l'allargamento di una cava da trasformare in discarica. Venne arrestato e portato in carcere. E una delle prime cose che chiese una volta arrivato in cella, fu tutto il necessario per fare le pulizie. Perché lui era pulito. E riuscì dimostrarlo a tutti: le accuse risultarono infondate e venne anche risarcito. «Quell'esperienza - ricorda Giancarlo Iannicelli, presidente del consiglio comunale politicamente nato nel Psi - lo segnò molto. Erano anni in cui il Psi era nel mirino In seguito abbiamo saputo che il piano era di distruggerlo. E mentre in tutta Italia i socialisti venivano arrestati, Treviso restava l'unica isola felice. Per qualche giudice non era possibile. E alla fine trovarono il modo di accusare Graziano. Che seppe provare la sua innocenza e smontare le calunnie nei suoi confronti. È vero: alla fine è stato risarcito, anche se niente può ripagare il danno di essere stato chiuso ingiustamente in carcere. Fu una vittima di quegli anni. Graziano è sempre stato una brava persona. Magari aveva un carattere spigoloso, ma era sincero, appassionato. Io ero nella corrente di Sacconi, ma con lui ho sempre avuto un buon rapporto». De Biasi lo ricorda anche Raffaele Baratto, deputato di Coraggio Italia: «È scomparso un amico e un amministratore per bene che a suo modo è stato parte della storia della politica trevigiana. Un amministratore ed un politico attento al territorio, cui è sempre stato legato. La dedizione e la passione che lo contraddistinguevano in ogni sfida amministrativa sono stati d'esempio a molti e continueranno ad esserlo».
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Il Gazzettino