Il maestro distillatore lancia la sfida a whisky, cognac, rum

Il maestro distillatore lancia la sfida a whisky, cognac, rum
VAZZOLA - Ripartire rilanciando la sfida a whisky, cognac, rum. La pandemia ha inevitabilmente avuto un impatto, ma può aprire un nuovo capitolo per la grappa...

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VAZZOLA - Ripartire rilanciando la sfida a whisky, cognac, rum. La pandemia ha inevitabilmente avuto un impatto, ma può aprire un nuovo capitolo per la grappa italiana. Ne è convinto Roberto Castagner, mastro distillatore e titolare dell'omonima azienda di Visnà di Vazzola, tra i più affermati produttori dell'acquavite di vinacce nazionale: «La grappa è il nostro distillato di bandiera. Questo periodo l'ha fatta riscoprire come orgoglio italiano, mentre prima era un po' snobbata rispetto ai prodotti internazionali. Anche all'estero è un simbolo dell'Italian style, con una qualità in grado di competere con gli altri grandi distillati. Si apre un mondo: in tutta Italia produciamo 30 milioni di bottiglie di grappa all'anno. Il cognac ne fa 160 milioni, il whisky quasi un miliardo. La grappa è una cenerentola, ma può solo crescere nei prossimi anni».


Qual è il quadro del settore?
«Il 2019 era andato molto bene, soprattutto per le esportazioni. Poi è arrivato il Covid, che ha avuto ripercussioni pesanti soprattutto sul cosiddetto canale horeca: con bar, ristoranti e alberghi chiusi, del tutto o parzialmente, i consumi fuori casa in Italia sono calati del 40%. Sono mancati non solo gli italiani che andavano al ristorante, ma anche i milioni di turisti che ogni anno vengono nel nostro paese. E anche verso l'estero, chi negli anni scorsi aveva investito nella distribuzione, ad esempio, negli Stati Uniti, in Russia o in Cina, si è ritrovato con il mercato bloccato al 70%. Una batosta».


Sono però aumentati i consumi casalinghi?
«Nelle vendite tramite la grande distribuzione organizzata, la grappa l'anno scorso ha registrato un più 13%, rispetto alla crescita di uno o due punti all'anno a cui eravamo abituati. Non è bastato a compensare il crollo del mercato della ristorazione e accoglienza, ma ha aiutato la tenuta dei fatturati».


Per la Castagner che anno è stato?
«Produciamo circa tre milioni di bottiglie, di cui circa un 10% va all'estero, e abbiamo una quarantina di dipendenti, più gli agenti. Chiudiamo in positivo: realizziamo il 65% dei nostri ricavi tramite la gdo, che, come detto, ha tenuto: abbiamo aumentato le nostre vendite in questo canale del 20%. Ci ha favorito anche l'aver letto in anticipo la propensione del consumatore per formati ridotti: abbiamo messo in commercio mezze bottiglie da 0,35 litri. Inoltre abbiamo avviato anche la produzione di alcol da vinacce per usi sanitari, riconvertendo gli impianti, in un momento in cui questo materiale scarseggiava».


A proposito di qualità, le sue grappe hanno vinto tre medaglie d'oro in recenti concorsi internazionali.
«Credo che anche questo abbia contribuito al buon risultato complessivo: i clienti si informano e valutano cosa acquistare molto più di un tempo. Deve essere uno stimolo a fare ancora meglio: anche il 2021 non sarà un anno facile».


Su cosa state puntando?
«Stiamo investendo in nuovi prodotti e soprattutto in sostenibilità. A Londra abbiamo vinto il primo premio all'International Organic Awards 2021, con una nostra grappa (Nuda, nda) biologica e con tutto il packaging ecosostenibile: bottiglia di vetro riciclato, etichetta stampata con inchiostro ad acqua, tappo compostabile, in fibre vegetali. Questo è il futuro».


Che prospettive vede?


«L'impatto sanitario ed economico è devastante, però il Covid lascerà anche alcune tendenze positive: ad esempio, la riscoperta dello stare insieme e una maggiore attenzione alla qualità del mangiare e del bere anche a casa propria».
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Il Gazzettino