CORTINA (BELLUNO) - La montagna restituisce un altro soldato del primo conflitto mondiale. Da un anno a questa parte si susseguono i ritrovamenti di resti dei giovani che perirono...
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L’INTERVENTO
Sono saliti a 2700 metri di quota i carabinieri del soccorso alpino della Compagnia di Cortina che hanno effettuato i rilievi. Dal comando provinciale dell’Arma spiegano: «I militari constatavano la presenza di ossa umane risalenti verosimilmente a caduto della Prima guerra mondiale». Ancora ben conservati e riconoscibili c’erano un cranio, una mandibola i due femori del militare, 5 vertebre, 10 costole ed un bacino. Erano ancora quasi intatti anche gli scarponi del soldato, che potrebbero forse aiutare a dare un nome a quel giovane morto per la patria. Tutti i reperti sono stati catalogati e acquisiti dai carabinieri del soccorso alpino di Cortina, «in attesa di individuare apposita struttura idonea per i successivi accertamenti».
L’INDAGINE
Nei casi precedenti la Procura incaricò un medico legale per procedere alla catalogazione delle ossa e in seguito agli accertamenti. In queste circostanze si tratta di accertare da quanto tempo erano lì, se sono effettivamente resti appartenenti al genere umano e infine le cause di morte del presunto soldato e, se possibile, l’identità dell’uomo. Lo stesso protocollo venne seguito quando sua nel 2017 che nel 2018 vennero trovati i resti di militari sul Grappa. Quei resti riposano al sacrario militare di Cima Grappa.
I PRECEDENTI
Quest’anno sembrano essersi moltiplicati i ritrovamenti, effetto di Vaia. A scoprire i resti infatti non solo i recuperanti, ovvero persone che cercano cimeli di Guerra, ma anche escursionisti. Un mese fa il ritrovamento di militari: 8 soldati austro-ungarici, a quota 1200 metri, sul Grappa, a Col de Cuc e a “Bosch de Roe”, in comune di Livinallongo, un escursionista scoprì un teschio umano. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino