​Rievocato il primo volo militare italiano della Prima Guerra Mondiale

Il volo rievocativo sull’aviosuperficie di Chiasiellis
MORTEGLIANO - Il 24 maggio scorso, a centro anni dell'entrata in guerra dell'Italia, sull’aviosuperficie di Chiasiellis di Mortegliano (Udine), intitolata per...

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MORTEGLIANO - Il 24 maggio scorso, a centro anni dell'entrata in guerra dell'Italia, sull’aviosuperficie di Chiasiellis di Mortegliano (Udine), intitolata per l’occasione all’aviatore pilota Ottaviano Nobile, è stato rievocato il primo volo militare italiano della Grande Guerra, alla presenza di piloti, storici, appassionati e del sindaco di Mortegliano, Alberto Comand.




In previsione della conflitto, infatti, nel 1914, e anche prima, l’Esercito Italiano identificò diversi campi di volo per utilizzare la nuova arma aerea. Non si trattava di piste come le attuali, ma di veri e propri campi dove aeroplani ancora rudimentali potevano decollare e atterrare in tutte le direzioni a seconda del vento, allestiti con hangar provvisori e altrettanto provvisorie sistemazioni del personale.



Nella pianura friulana, a una distanza utile dall’allora confine con l’Austria-Ungheria, ne furono individuati diversi, tra cui quello di Chiasiellis, che si trovava nella zona dell’attuale aviosuperficie “Ottaviano Nobile” e occupava una zona molto più ampia che iniziava sull’attuale campo di calcio.



Pochi giorni prima della dichiarazione di guerra, qui venne dislocata la Prima Squadriglia Bleriot, il monoplano di Luis Bleriot, famoso per aver per primo attraversato nel 1909 la Manica, che era ancora la dotazione standard della nascente arma dell’aviazione, impiegata per la prima volta nel 1911-12 proprio dall’Italia nella campagna libica.



E il 24 maggio 1915, al comando del capitano Quaglia, decollò proprio da Chiasiellis il primo volo della Guerra 1915-18 che portò a sganciare, o meglio gettare fuori dall’aeroplano manualmente, una bomba sulle postazioni nemiche a Sagrado (Gorizia), come è testimoniato dal bel libro di Piero Sorè sull’Aviazione nel Nord-Est edizioni Gae, e confermato dai testi editi dall’Ufficio storico dell’Aeronautica militare.



Nel corso di tutta la guerra, Chiasiellis rappresentò uno dei più strategici e sfruttati campi d’aviazione militare, ospitando squadriglie da bombardamento leggero, ma soprattutto da ricognizione tattica per le artiglierie operative sul fronte dell’Isonzo. Subito dopo la guerra terminata la sua utilità operativa scomparve, per rinascere solo molto tempo dopo, come realtà sportiva, quale l’attuale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino