Il granchio blu "mangia" 60 milioni. Nicolasi: «Se si interrompe la filiera ittica, come verrà sostituito tale fatturato?»

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PORTO TOLLE - «Farebbe sorridere, se la situazione non fosse tragica, come sul granchio blu Lega e Fratelli d'Italia abbiano un approccio diametralmente opposto: il sindaco di Porto Tolle, com'è giusto che sia, continua a chiedere lo stato di calamità naturale per le nostre lagune, la sindaca di Porto Viro sulla scia del suo ministro all'agricoltura propone come soluzione all'invasione del crostaceo di mangiarlo. Ma forse neanche loro sanno cosa fare». A parlare è Cosetta Nicolasi, dell'omonima lista di opposizione in seno al consiglio comunale, che denuncia scarso coinvolgimento in una criticità che riguarda tutta Porto Tolle. «Hanno fatto tutto senza interessare minimamente il consiglio sbotta Nicolasi -, come se il problema riguardasse solo parte del comune, come se noi avessimo detto: arrangiatevi. Nelle emergenze si collabora e si uniscono le forze. È palese che la situazione non è sotto controllo, ad oggi l'unica cosa che la politica è riuscita a dire ai pescatori è "pescatelo". Perfetto, i pescatori sono abituati a lavorare, e questo non li spaventa. Assistiamo però in questi giorni, tra indicazioni del ministro, dell'europarlamentare leghista Conte, spesso presente a Porto Tolle più in cerca di voti che altro, di qualche politico locale burlone o incapace, ad una gara a chi dice quanto è buono il granchio blu da mangiare. Come se questo non fosse una disgrazia ma un'opportunità. Quindi no, mangiare il granchio blu non è la soluzione, è una goliardata di contorno».


SOTTOVALUTAZIONE

Per la consigliera è riduttivo condurre il tutto al "mangiatelo" per questo invita ad una programmazione «che è il compito della politica specifica -. Occorre mettersi in moto fin da subito e pensare a come muoversi nello scenario più sfavorevole. Una volta terminata la fase acuta, grazie ai nostri pescatori che stanno svuotando le lagune dal granchio, occorrerà un grande lavoro di riqualificazione delle stesse, e ci vorrà tempo. Durante la risemina, finché il prodotto non sarà adulto e commerciabile, di cosa camperanno? Entro fine anno saranno problemi seri per i nostri 1500 pescatori e tutto l'indotto della pesca. Eppure non abbiamo sentito nulla di concreto dalle istituzioni che hanno sfilato nel nostro territorio. Ad esempio noi proponiamo come soluzione a medio termine un fermo pesca con indennità, e come abbiamo già accennato in consiglio ribadiamo la necessità proporre un comitato scientifico che dica come affrontare e risolvere la situazione studiando l'impatto che la massiva raccolta può avere sul nostro delicato ecosistema lagunare».

 

SESSANTA MILIONI

Nicolasi prosegue la riflessione: «Al ministro in visita qualcuno ha posto la questione ristori? Dopo la chiusura della centrale Enel, l'economia principale del nostro territorio sappiamo essere la pesca. Se si interrompe la filiera ittica, e tutto l'indotto, come verranno sostituiti gli oltre 60 milioni di fatturato del Consorzio pescatori? Ribadiamo, sediamoci a parliamone, adesso, non quando ci cascherà l'ennesima tegola in testa e dopo aver sconfitto il granchio, perché i nostri pescatori lo faranno, dovremo dir loro "grazie, ora trovatevi un altro lavoro perché non esiste più altra prospettiva"».
Per quanto riguarda le associazioni di categoria da un lato c'è Coldiretti che dopo averlo proposto come un'opportunità gastronomica con il presidente Carlo Salvan spiega: «Questo non significa che stiamo ignorando o dimenticando la situazione delle lagune che sono in uno stato di sofferenza ambientale che provoca disagi sia economici che sociali. Abbiamo dimostrato che il granchio si può mangiare, ma allo stesso tempo ricordiamo alle istituzioni che questo crostaceo alieno si somma ad altre sofferenze del settore, come il cambio climatico e la mancata vivificazione delle lagune che hanno provocato diverse morie negli ultimi anni. Le aziende si aspettano soluzioni e strumenti per continuare a produrre queste eccellenze degli orti di mare».

 

PESCAGRI PROPOSITIVA

Dall'altra c'è Cia-Pescagri Veneto che propone interventi operativi: «Dobbiamo adottare misure urgenti per una situazione emergenziale. In primis, è essenziale prorogare i termini di pagamento dei contributi Inps, attualmente previsti per il 16 settembre. Inoltre, occorre avviare le procedure per consentire richieste di cassa integrazione straordinaria, al fine di evitare il licenziamento dei dipendenti e di prevenire ulteriori complicazioni».

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Il Gazzettino