I pescatori di Porto Tolle pronti a manifestare a Roma insieme a Goro: «Aiuti mai visti contro il granchio blu»

I vertici dei pescatori pronti a manifestare a Roma per il granchio blu
PORTO TOLLE (ROVIGO) - Pescatori pronti a marciare su Roma per il granchio blu. La notizia arriva dalla marineria di Porto Tolle da un gruppo di presidenti di consorzio...

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PORTO TOLLE (ROVIGO) - Pescatori pronti a marciare su Roma per il granchio blu. La notizia arriva dalla marineria di Porto Tolle da un gruppo di presidenti di consorzio che si dicono stanchi di aspettare gli aiuti promessi ma mai arrivati. Ad affrontare il tema sono Paolo Mancin, presidente della coop Delta Padano nonché del Consorzio tutela Cozza dop di Scardovari, Davide Baroni della coop Santa Giulia, Angelo Stoppa della coop Adriatico, Cristian Farabottin della coop Eridania, Massimo Boscolo e Gianbruno Colacicco rispettivamente presidente e vice della Po Po. 

PESCATORI ABBANDONATI

Ed è proprio quest’ultimo ad esordire: «Ci sentiamo abbandonati da chi dovrebbe aiutarci. C’è un silenzio assordante della politica in generale. È vero che sono stati fatti svariati incontri e che più volte si è parlato dei milioni che dovrebbero arrivare, ma che attualmente non abbiamo visto in risorse effettive». Fa sponda Mancin: «Anche i famosi soldi destinati allo smaltimento del granchio blu che sarebbero una boccata di ossigeno per il comparto non arrivano perchè mancano i decreti attuativi; intanto le cifre investite dal Consorzio pescatori del Polesine aumentano giornalmente. Il prossimo venerdì avremo un incontro con i colleghi della vicina marineria di Goro, insieme siamo circa 3.000 operatori. Pianificheremo insieme una serie di azioni che comprendono pure una manifestazione a Roma, granchio alla mano». 

VICINI ALLA CATASTROFE

Le motivazioni sono presto dette: «Il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida è salito alla ribalta annunciando un intervento emergenziale da 2,9 milioni, come ristoro iniziale per lo smaltimento, ma si è giunto nulla – avverte Colacicco - Se prima questa cifra poteva avere un senso, per come stanno andando le cose, con famiglie arrivate a reddito zero, certe proposte non sono più sufficienti. Adesso servono dei sostegni per le famiglie dei pescatori e invitiamo massicciamente i nostri referenti politici territoriali a spingere perché possiamo superare l’inverno: altrimenti è la catastrofe. Quando sarà momento di manifestare chiederemo di essere al nostro fianco ai vari livelli istituzionali ed economici». 

Non sono arrivati i 2,9milioni di euro stanziati prima di Ferragosto, così come i 10 milioni che il ministero aveva stanziato a fine settembre come indennizzo alle imprese per l’acquisto di strumenti di protezione degli allevamenti, per il ripopolamento e la semina, insieme al nuovo fondo da 500mila euro volto a sostenere l’attività dei consorzi e delle imprese di acquacoltura. Boscolo non fa mistero delle esigenze del settore: «L’auspicio è quello di un decreto ad hoc che metta in campo le azioni dello stato di emergenza anche se non lo si vuol chiamare così. I tempi della politica sono inaccettabili per le famiglie coinvolte che sono tante e in attesa di una risposta. Abbiamo fatto una serie di riunioni a tutti i livelli fino a Roma, ma a livello politico sta arrivando niente. Abbiamo ribadito più volte l’intenzione di fare la nostra parte, ma - ripeto - abbiamo bisogno di risposte concrete».
Interviene quindi Stoppa: «Se hanno intenzione di impiegare i tempi usati per le cavane - i fondi per la ripresa e il rilancio del comparto sono arrivati dopo due anni - sono sulla strada sbagliata. Noi non abbiamo questo tempo davanti, lo ripetiamo da giugno che la situazione è grave ed ora siamo arrivati al limite». 

IL CONVEGNO 

Un concetto, quello della rabbia degli operatori, ribadito anche da Luigino Marchesini, presidente del Consorzio, durante il convegno promosso sabato mattina da Cgil Flai Rovigo sul tema “Immaginare un futuro per la pesca e la molluschicoltura nel Delta”. «Siamo arrabbiati, non possiamo attendere i tempi biblici della politica: la questione del granchio blu da ambientale-produttiva è diventata sociale. Sono stanco di questa situazione fatta di promesse che non portano risultati per i nostri pescatori. Ho spiegato al ministro Lollobrigida la necessità che abbiamo dello stato di emergenza: i nostri pescatori sono tutte partite Iva che non possono godere di ammortizzatori sociali ma che devono confrontarsi comunque con mutui e spese varie. Sono famiglie che non possono rimanere senza entrate. Faremo il punto con gli amici di Goro e vedremo cosa ne esce».

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Il Gazzettino