Il granchio blu, una crisi così non si vedeva da 20 anni: lavoratori del settore strozzati

L’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan ha incontrato i rappresentanti dei pescatori

PORTO TOLLE - «È fondamentale mettere in sicurezza i lavoratori e il loro reddito, altrimenti perderemo competenze importanti; contestualmente bisogna prevedere...

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PORTO TOLLE - «È fondamentale mettere in sicurezza i lavoratori e il loro reddito, altrimenti perderemo competenze importanti; contestualmente bisogna prevedere soluzioni per il ripristino degli equilibri ambientali». Così l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan dopo l’incontro avuto con i rappresentanti del Consorzio pescatori del Polesine sulla questione “granchio blu”. Durante il confronto è emersa la necessità di individuare soluzioni che riportino non soltanto la situazione alla normalità ma che tutelino pure gli addetti al comparto ittico in quello che a memoria d’uomo è uno dei momenti più difficili degli ultimi 20 anni. 


L’incontro era stato richiesto dalle associazioni di categoria per discutere dei problemi occupazionali derivanti dalla situazione di criticità generata dall’invasione del famelico crostaceo, che ha ridotto all’osso le riserve molluschicole del Delta del Po. Insieme a Donazzan per la Regione anche il collega responsabile della pesca, Cristiano Corazzari, e l’Unità di crisi aziendali. A fianco dei pescatori i rappresentanti degli organismi di categoria, Confcooperative Fedagri, Legacoop Agroalimentare, Impresa pesca Coldiretti, Ama, e delle organizzazioni sindacali Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Pesca.


L’EMERGENZA
«I danni provocati in questi mesi dal granchio blu nelle nostre acque sono ingenti e le ricadute sul comparto della pesca, in particolare dell’acquacoltura, sono pesanti – ha inquadrato Corazzari -. Si tratta di un settore che dà lavoro a 1500 pescatori e produce prodotti di eccellenza. La Regione fin da subito si è impegnata nel contrasto a questa specie invasiva: con Veneto Agricoltura, braccio operativo regionale, è stato approvato un piano emergenziale. Torniamo a chiedere la dichiarazione dello stato di emergenza, passaggio fondamentale per permettere l’attivazione di strumenti di ammortizzazione sociale per i lavoratori del consorzio, per dare risposta al taglio della produzione». 


AMMORTIZZATORI SOCIALI
Donazzan ha fatto il punto della situazione: «I risvolti occupazionali di questa crisi sono molto articolati perché riguardano addetti con inquadramento e status differente: da un lato i lavoratori dipendenti, per i quali sono utilizzabili ammortizzatori sociali, diversi in base al settore di appartenenza, industria o pesca; dall’altro gli autonomi, che rappresentano la stragrande maggioranza degli addetti, oltre 1400, per i quali il ricorso a questi strumenti non è ammissibile». 


Rimane quindi il nodo “partite Iva” da risolvere. Per discutere in maniera più compiuta del delicato frangente il confronto tra le parti si è già allargato agli assessorati al Lavoro e alla Pesca che si riferiscono all’area di Goro, in Emilia Romagna, che subisce l’emergenza con proporzioni simili a quelle del Polesine.

 

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Il Gazzettino