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VENEZIA - Famosa per riuscire a stampare decine di migliaia di copie del best seller del momento in una notte, Grafica Veneta nella pandemia aveva aperto anche un altro fronte produttivo, le mascherine. Un anno e mezzo fa erano introvabili e Fabio Franceschi, 52 anni - patron dell'azienda padovana di Trebaseleghe che fa parte del gruppo Sofigraf da 150 milioni di fatturato, con le attività appena acquisite negli Stati Uniti ne vale circa 200 - si era lanciato anche in questo settore riconvertendo in fretta i suoi macchinari e stampando protezioni a raffica come prima faceva con i libri, dalla saga di Harry Potter stampata in decine di milioni di copie, alla biografia dell'ex presidente Usa Obama passando dal primo libro di papa Francesco all'edizione tascabile del Corano con traduzione a fronte in inglese per l'Arabia Saudita. Grafica Veneta, finita nell'occhio del ciclone dopo l'indagine per caporalato che ha coinvolto due suoi manager, è una vera società del Nordest. Un imprenditore e una famiglia al comando, il mondo come terreno di caccia agli affari e di sviluppo. Lo testimonia una volta di più l'ultima acquisizione, a Melrose Park, Illinois, dove a fine febbraio di quest'anno Franceschi ha comprato il 90% di Lake Book Manufacturing.
Di strada ne ha fatta tantissima Grafica Veneta dalla piccola tipografia fondata a Loreggia (Padova) da Rino e Sergio Franceschi allo stabilimento modernissimo da 100mila metri quadrati a Trebaseleghe, dai tre dipendenti di vent'anni fa ai 700 di oggi tra Veneto (500) e quelli negli Stati Uniti. Arrivando a essere una società conosciuta in tutto il mondo che anche nei primi mesi di quest'anno cresceva intorno al 30%, con una quota di mercato di circa il 60% in Italia e tra il 25-30% in Europa.
GRANDE PASSO
«Dopo l'acquisizione siamo entrati tra i primi cinque-sei fornitori del mercato Usa spiegava al Corriere Franceschi qualche mese fa . Si tratta di un primo step verso un'ulteriore espansione, passaggio che riteniamo fondamentale anche perché gli Stati Uniti si stanno già riprendendo dalla pandemia e correranno sempre più veloci. Immagino un futuro dove il nostro fatturato sarà per il 60% in dollari e per il 40% in euro».
L'investimento per l'acquisizione in Usa non è mai stato rivelato, ma è stato fatto con risorse interne.
GRANDE SINTONIA
Dan Genovese, presidente di Lake Book e imprenditore di origini calabresi, confermava dall'America: «C'è stata chimica sin dall'inizio della trattativa con Fabio. Mentre valutavamo le prospettive, questa ci è sembrata da subito un'eccellente opportunità per l'azienda, i dipendenti e i nostri clienti. Se Lake Book avesse un albero genealogico, le nostre radici coinciderebbero con quelle dei cugini italiani. Sono certo che un'unione tra le famiglie Franceschi e Genovese sia uno step naturale e una decisione di successo».
IN CRESCITA
Le due aziende della stampa, da una parte all'altra dell'Atlantico, hanno chiuso il 2020 in positivo con circa 300 milioni di copie stampate, i due terzi in Italia. E il 2021 si annunciava positivo: Grafica Veneta nei primi mesi ha stampato il 30% di libri in più, Lake Book il 25%. L'intenzione era di arrivare a stampare 400-500 milioni di libri già nel 2022, aprendo una divisione H24 di Grafica Veneta - quella che riusciva a stampare a raffica nelle notti venete i libri di successo del momento - in Illinois. Così il gruppo Grafica Veneta sarebbe diventato un grande operatore globale pronto per reggere i grandi numeri del mercato americano. Ma i programmi prevedevano investimenti anche in Italia. Due nuovi impianti a Trebaseleghe, con cinquanta nuove assunzioni. Negli Usa altri tre impianti in arrivo dal Veneto con altri cento addetti. Il tutto senza perdere di vista la persona. «Per me è importante stabilire un rapporto: i miei 500 collaboratori a Trebaseleghe li conosco tutti - spiegava il presidente - loro sanno che se hanno un problema la sera, finito il turno, possono venire a confrontarsi». Ma qualcosa negli appalti esterni non sembra aver funzionato.
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