Più pazienti ai medici di base e specializzandi nei Pronto Soccorso, il governo impugna la legge del Veneto

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VENEZIA - Il Consiglio dei Ministri ha impugnato gli articoli della legge regionale del Veneto sul riordino della sanità, che aumentavano i pazienti per i medici di base in...

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VENEZIA - Il Consiglio dei Ministri ha impugnato gli articoli della legge regionale del Veneto sul riordino della sanità, che aumentavano i pazienti per i medici di base in formazione - fino a 1.000 per il primo anno, e 1.200 per quelli successivi - e che inserivano gli specializzandi in supporto ai Pronto soccorso ospedalieri. Ne dà notizia l'assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, secondo cui «nel rispetto delle valutazioni governative rimaniamo però convinti della bontà delle scelte fatte nell'interesse di garantire le cure ai cittadini. Per quanto mi riguarda, ritengo necessario ricorrere in ogni sede opportuna a difesa di quanto sancito dalla nostra legge impugnata dal Governo». Le disposizioni impugnate - evidenziano i tecnici della Regione - sono «finalizzate ad attenuare la grave carenza di medici di medicina generale e di personale medico che affligge i servizi di emergenza-urgenza e che si è drammaticamente aggravata negli ultimi tempi, al punto da fare addirittura preconizzare la chiusura di intere strutture con la conseguente compromissione del diritto dei cittadini di accedere ad un servizio fondamentale», una situazione che non riguarda solo il Veneto ma tutte le Regioni. In particolare, in Veneto aumentano le zone carenti per l'assistenza primaria e per i servizi di emergenza-urgenza, dove risultano vacanti 229 posti di dirigente medico. «Le predette norme, pertanto - conclude Lanzarin - erano volte a ridurre il pericolo di interruzione di pubblico servizio, in rapporto al diritto essenziale delle persone all'accesso ai servizi di pronto soccorso di cui si vuole garantire la continuità organizzativa».

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Il Gazzettino