MANIAGO - Una bravata in tutti i sensi: la sera del 20 agosto 2015 avevano rubato una gondola usata come traghetto dallo stazio di San Tomà. Poi l’avevano abbandonata...
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La proposta di far sì che i lavori socialmente utili siano utili al decoro della città d’acqua, è arrivata dall’avvocato Giuseppe Chiaia, legale di parte civile per conto del Comune di Venezia. Nel dare il proprio benestare alla richiesta di messa alla prova, il legale di Ca’ Farsetti ha spiegato come in questo caso non si tratti tanto «di risarcire economicamente» per il furto e l’abbandono della gondola in servizio a San Tomà come traghetto sul Canal Grande, ma piuttosto «di risarcire l’immagine di Venezia. La gondola - ha continuato l’avvocato nella propria arringa - è un simbolo della comunità di Venezia e quel furto è in fin dei conti uno sfregio alla città intera. Anche perché i due ragazzi non si sono ancora bene resi conto di quanto hanno fatto: per questo è dirimente che il loro impiego sia a sostegno del decoro della città». La presa di posizione ha trovato d’accordo lo stesso giudice che ha fatto mettere a verbale come i lavori della messa alla prova siano legati all’impegno per la città di Venezia e per il suo rispetto. Quale tipo di impiego dovranno affrontare i due ragazzi per vedersi cancellate le accuse, lo si deciderà in una successiva udienza, mentre è prevista la verifica del buon esito a ottobre.
Succede tutto la notte del 20 agosto 2015: i due, a Venezia per passare una serata, decidono di staccare la gondola ormeggiata allo stazio di San Tomà dalla propria briccola per poi abbandonarla poco dopo tra i canali della città, senza luci e senza remi: alla deriva, in pratica. Riconosciuti grazie al sistema di telecamere, sono stati denunciati. E adesso dovranno partecipare a ridare una nuova immagine a Venezia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino