TREVISO - Marco Goldin ringrazia ancora Dino De Poli: «Se nel 1997 non mi avesse lanciato quella provocazione - "se te piase tanto ’sta roba, metà dei schei ti i meti ti"...
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Per far funzionare "la macchina", è necessario «prima di tutto sistemare, dal punto di vista impiantistico, del Museo di Santa Caterina, che non è adeguato a ospitare mostre a carattere nazionale - spiega Goldin - poi si deve affrontare il capitolo compatibilità economica: Linea d’ombra fa una grande parte, a carico nostro il 60% dei costi. Poi c’è la partecipazione importante, come main sponsor, di Massimo Zanetti della Segafredo, che va ringraziato. Non è automatico che gli imprenditori lo facciano. Molto probabile anche il coinvolgimento delle Generali. Poi, e questo si vedrà nelle prossime riunioni, c’è il "sistema Treviso", Camera di Commercio e le associazioni: bisogna capire se quello che è stato indicato come possibile contributo verrà corrisposto. Bisogna vedere se il "sistema Treviso" decide di stare su questo progetto».
Oltre a portare i capolavori in città, il progetto artistico di Goldin punta anche a "costruire un percorso che metta in mostra le eccellenze di Treviso, in primis Arturo Martini, per me il maggiore scultore europeo del ’900. Treviso possiede collezioni bellissime. Ma di idee ne ho tantissime, tutte legate a questo mezzo secolo a cavallo tra i due secoli, ’800 e ’900, per mostrare le eccellenze di Treviso, renderle appetibili al grande pubblico, ma non solo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino