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PIEVE DI CADORE - Le ceneri di Giuseppe Lo Porto saranno sepolte a Pieve di Cadore, il suo paese del cuore, non appena l’avvocato Luciano Faraon, difensore ed amico del defunto, sarà nelle condizioni di organizzare un degno funerale. A rallentare i tempi delle esequie l'aggravarsi la patologia di cui il legale soffre che l'ha costretto ad un lungo ricovero in cardiologia a Mestre. Giuseppe Lo Porto è morto in carcere negli Usa lo scorso 4 novembre, il 5 febbraio le sue ceneri sono arrivate a Milano Malpensa. Classe 1933 fin da quando è stato arrestato aveva diversi problemi di salute, «ha lottato con la tempra di un leone, ha combattuto sempre, ma non ce l’ha fatta a ritornare in Italia da vivo», ricorda il legale.
IL PRECEDENTE
Lo Porto aveva quasi 79 anni quando venne arrestato nel maggio del 2012 per una complessa vicenda giudiziaria: su di lui pendeva una richiesta di estradizione dello stato dell’Alabama con l'accusa di molestie sessuali nei confronti della figliastra per le quali si è sempre professato innocente. «L’unico torto di Pino - sottolinea l’avvocato - è quello di aver scritto il libro “L’altra faccia dell’America”.
«Riportatemi a casa». Le ceneri in Cadore dalla cella negli Usa
IL SODALIZIO
La stessa Associazione nel comunicare il decesso ribadiva che egli «è stato vittima della corruzione e della mala giustizia usata sia dall’Italia che dagli Usa che hanno usato false accuse per silenziare la voce di un uomo la cui colpa è di avere scritto un libro verità». L’Olanda, grazie all'azione dell'Associazione internazionale vittime errori giudiziari, aveva rigettato la richiesta di estradizione degli Usa perché evidentemente infondata, in Italia invece si è consentito che Giuseppe Lo Porto fosse rapito, sequestrato e portato nelle carceri dell’Alabama dove dopo oltre 11 anni è morto. Ora non resta che portare a Pieve di Cadore le ceneri.
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Il Gazzettino