Caorle, rapper riceve la "chiamata" ed entra in seminario: Giuseppe, 22 anni, è il monaco benedettino più giovane del mondo

Caorle, rapper riceve la "chiamata" ed entra in seminario: Giuseppe, 22 anni, è il monaco benedettino olivetano più giovane del mondo
CAORLE - Dalla passione per il rap alla vocazione per la vita monastica: un ragazzo di Caorle a soli 22 anni è diventato il monaco benedettino olivetano più giovane...

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CAORLE - Dalla passione per il rap alla vocazione per la vita monastica: un ragazzo di Caorle a soli 22 anni è diventato il monaco benedettino olivetano più giovane del mondo. Giuseppe Frena ha pronunciato la professione temporanea nel santuario della Madonna del Pilastrello a Lendinara, in provincia di Rovigo, dove una comunità di monaci olivetani custodisce il luogo di culto mariano punto di riferimento per i devoti dell’area e non solo.

LA CERIMONIA

Domenica nella basilica, in un’atmosfera solenne e attorniato dalla gioia dei familiari e dei confratelli, il giovane, che ha assunto il nome di dom Giuseppe Francesco Maria, ha compiuto l’importante passo nel percorso di adesione al monachesimo benedettino. Originario di Caorle, Giuseppe ha 22 anni e ha conseguito la maturità al liceo scientifico di Portogruaro. Il suo profilo Facebook racconta di quelle che sembrano quasi due vite distinte: quella prima della vocazione, in cui Giuseppe ha trascorso l’adolescenza con gli amici all’insegna della passione per la musica rap, e quella successiva alla “chiamata” che l’ha portato a indossare la tonaca monacale.

LA VOCAZIONE

Dopo la maturità il ragazzo è entrato nel seminario di Venezia e un giorno, insieme ad altri seminaristi, ha avuto l’occasione di trascorrere una settimana nell’abbazia lendinarese, conoscendo la comunità di monaci olivetani che segue la Regola di San Benedetto e custodisce il santuario della Beata Vergine del Pilastrello. Una visita rivelatrice per Giuseppe, che ha espresso il desiderio di restare e ha intrapreso il postulato. Il 13 novembre 2021 si è tenuta la sua vestizione e il giovane ha preso il nome di dom Giuseppe Francesco Maria. Ora, trascorso l’anno di noviziato, don Giuseppe ha pronunciato la professione temporanea davanti al padre abate Christopher Zielinski e agli altri confratelli della comunità monastica lendinarese.

LE TAPPE

Per il più giovane monaco olivetano, che sa suonare l’organo e molto spesso accompagna con la sua musica alcune messe mattutine, inizia ora un’altra fase del percorso religioso. Si apre infatti lo iuniorato, il lasso di tempo che deve passare tra la professione temporanea e la professione perpetua o solenne, vivendo insieme agli altri giovani in formazione e accompagnato dal maestro di formazione. Si tratta di un periodo che va da un minimo di tre anni a un massimo di nove, in cui il monaco professo temporaneo è chiamato a vivere le virtù monastiche, a osservare la santa Regola e le Costituzioni della Congregazione, impegnandosi con serietà negli studi e nel lavoro assegnatogli, inserendosi sempre più nella vita della comunità. Durante questo tempo, normalmente, hanno inizio gli studi filosofico-teologici. Il monaco “iunior” dovrà maturare con convinzione la propria scelta di consacrazione perpetua nella Congregazione monastica olivetana e giungere a chiedere, con consapevolezza e libertà, di poter emettere la professione solenne. In questo percorso lo sostengono con affetto e con la preghiera non solo i confratelli, i familiari e gli amici, ma anche i fedeli afferenti alla parrocchia del Duomo di Caorle da cui dom Giuseppe Francesco proviene e i devoti che frequentano il Pilastrello a Lendinara e stanno conoscendo e apprezzando il giovane religioso.

 

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Il Gazzettino